Di certa, per il momento, c’è soltanto la data: sindaci e consigliere comunali del Varesotto saranno chiamati a eleggere il nuovo presidente della Provincia domenica 29 gennaio.
Ma ad oggi non è possibile affermare con sicurezza quanti e chi saranno i candidati alla successione di Emanuele Antonelli.
Tra questi, potrebbe esserci lo stesso presidente uscente. Un’ipotesi tanto credibile diversi mesi fa, quanto improbabile dopo il vertice dei partiti di centrodestra di metà ottobre.
Antonelli, infatti, si era pubblicamente detto disponibile a un secondo mandato qualora non ci fossero altri nomi (leggi qui). E in quella riunione un nome era uscito: quello di Pietro Zappamiglio, sindaco di Gorla Maggiore in quota Forza Italia (leggi qui). Partito a cui, tra l’altro, spetterebbe la candidatura a Villa Recalcati stando agli accordi stipulati nel centrodestra nel corso delle trattative per le elezioni amministrative dei tre principali comuni della provincia (Varese, Busto Arsizio e Gallarate) del 2021.
E non è detto che di nomi in questa parte dello scacchiere politico non possano emergerne di ulteriori. Domani, infatti, nel primo Consiglio direttivo provinciale della Lega dell’era Andrea Cassani si discuterà anche della scelta del candidato presidente della Provincia.
Si vedrà se il Carroccio, uscito diviso a metà dal congresso (leggi qui), vorrà portare al tavolo della coalizione un proprio esponente.
Stando così le cose, dunque, l’ipotesi Antonelli dovrebbe essere depennata.
In realtà, in questo quadro complesso e senza fughe in avanti, il sindaco di Busto rimane ancora in gioco.
Certo, nessuno si candida per perdere, men che meno Antonelli, che non vuole macchiare un curriculum politico che lo ha visto vincere due volte al primo turno le amministrative nella sua città e diventare presidente della Provincia.
Se alla fine la scelta del centrodestra fosse quella di puntare sulla riconferma dell’uscente, è chiaro che sul fronte opposto cercherebbero una figura importante per giocarsi una partita sulla carta equilibrata.
Di nomi, a questo punto, non ne circolano poi così tanti. Tra questi c’è quello della sindaca di Castellanza Mirella Cerini, mentre il primo cittadino di Varese, Davide Galimberti, si è chiamato fuori da tempo (leggi qui).
Ma non bisogna dimenticare il peso specifico del mondo dei civici in un’elezione di questo tipo.
Ecco allora spuntare dal calderone dei papabili Marco Magrini. Ma, stando al borsino di Villa Recalcati, le quote del sindaco di Masciago Primo, in Consiglio provinciale da otto anni, sembrano in discesa.
Non è favorito, seppur della partita, il sindaco di Cislago Stefano Calegari (area ex Udc).
Ed è della partita anche Marco Colombo, primo cittadino di Daverio e tra i fondatori di Eu-Polis, associazione politico-culturale che riunisce sindaci e amministratori di estrazione civica.
E, proprio nell’ambito civico, non è tramontato l’auspicio di poter convergere su un unico candidato condiviso – come successo ad esempio a Como – che possa poi guidare l’ente in questa fase transitoria.