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Storie | 16 ottobre 2022, 17:00

«Non può essere». Quei tre gol e una vita da bambino che portano un po' di luce in Ucraina

A Busto Arsizio don Giuseppe Tedesco racconta della discesa in campo di un altro piccolo ospite e della reazione del papà

«Non può essere». Quei tre gol e una vita da bambino che portano un po' di luce in Ucraina

La guerra, ancora e se possibile di più. Quella che travolge tutto e in questi giorni ha portato un'altra immagine terribile: quella del direttore della Filarmonica di Kherson Yuriy Kerpatenko, ucciso dall'esercito russo per essersi rifiutato di esibirsi in un concerto.

In questo contesto con famiglie ospiti nel nostro territorio che sono rimaste e altre che sono partite, con la preoccupazione crescente degli amici italiani che le avevano accolte, c'è un'immagine di normalità e di speranza che viene affidata da don Giuseppe Tedesco, il parroco che andrò a prendere diversi ragazzi e alcune mamme lo scorso marzo in Polonia.

È quella di un ragazzino di 11 anni, ospite nella parrocchia di San Giuseppe, che è sceso in campo come aveva fatto il suo fratellone mesi prima.

«Oggi anche tu hai debuttato in Campionato con i tuoi compagni e amici con i colori del nostro Oratorio di San Giuseppe. E con una tripletta - racconta il sacerdote - Che emozione immensa che ci hai regalato, piccolo grande amico. E che “simpatica fatica” convincere il tuo papà in che fosse tutto vero: hai giocato, hai segnato tre gol. Не може бути! (Non può essere!) ha scritto felice dopo aver ricevuto le foto. Un grande grazie alla Società, a mister Riccardo e a tutta la tua simpaticissima squadra e ai tuoi compagni di scuola che giocano con te. Bellissimo!».

Quel «Non può essere», pieno di stupore e di gioia di un padre immerso nella guerra, parte dalla tripletta al debutto e ci sembra diventare qualcosa di più grande: una vita da bambino, quella che dovrebbero avere tutti i ragazzini del mondo. Quella che sogna di riavere, nella sua terra, questo piccolo e intanto tiene duro, circondato dall'affetto e dall'amicizia. Un undicenne, che in realtà domani, lunedì 17 ottobre, spegne 12 candeline. E non è difficile capire che regalo vorrebbe.

Ma. Lu.

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