Un'assemblea delle grandi occasioni e dei grandi annunci quella dell'Unione degli Industriali della provincia di Varese che si è celebrata questa mattina a MalpensaFiere.
Non c'era nemmeno un posto libero a sedere in platea tra un pubblico attento e partecipe conscio che siamo davanti ad uno snodo economico fondamentale anche per il nostro territorio.
In platea non c'era solo il "popolo" di Univa, ma anche le istituzioni, gli stakeholder, le forze dell'ordine, il prefetto di Varese Salvatore Pasquariello, il presidente della Regione Attilio Fontana, i parlamentari neoeletti, qualche ex, i consiglieri regionali.
Il presidente di Univa Roberto Grassi, al suo ultimo anno di mandato, con il suo stile asciutto, senza bisogno di strappare un applauso a tutti i costi (che pure sono arrivati più volte), ma con il consueto pragmatismo non ha deluso le attese, annunciando il cambio di nome di Univa in Confindustria Varese e l'ambizioso piano #Varese2050 per uno sviluppo vero a 360 gradi della nostra provincia, attraverso il Mill (LEGGI QUI).
Già l'inizio dell'assemblea è all'insegna della novità, perché ad aprire i lavori non è come da tradizione il presidente ma leader dei giovani di Univa Giorgia Munari. «Dobbiamo ricreare un senso di appartenenza al nostro territorio - ha detto - sono mamma di una bambina di 9 mesi Maria Vittoria. Per lei e per i nostri figli non sogno solo un passaggio generazionale di successo ma mi piacerebbe riuscissero ad aprire una loro attività imprenditoriale, delle startup».
Poi la relazione di Grassi, che ha guardato sì al futuro ma senza trascurare un presente difficile e pieno di incognite, a partire dalla guerra in Ucraina e al caro bollette.
«Quest’ultimo anno è stato ancor più complesso dei due di pandemia che lo hanno preceduto - ha detto il leader degli industriali varesini - sul lato economico il balzo dei prezzi energetici ci lascia in balia di uno scenario fuori controllo. A ciò si aggiungono le difficoltà di approvvigionamento e i colli di bottiglia nella rete logistica. L’aumento dei tassi di interesse e l’inflazione più alta che si sia registrata da decenni chiudono il cerchio di uno scenario tra i più complessi della nostra storia recente. Rischiamo, però, di non aver visto ancora il peggio. Abbiamo di fronte a noi un programma di razionamento dei consumi energetici. C’è il grande tema della messa in sicurezza energetica del Paese. È un fronte su cui giochiamo il nostro futuro economico. Corriamo il rischio di una desertificazione industriale».
Poi inevitabile un riferimento alla situazione politica, dopo le elezioni del 25 settembre.
«Siamo convinti che la guida del Paese nei prossimi anni abbia già, sin da ora, un percorso segnato davanti a sé - ha dichiarato Grassi - un cammino obbligatoriamente fatto di responsabilità, di garanzia e di equilibrio. Sono queste le soft skills politiche che deve possedere la coalizione che governerà il Paese. Chiediamo oggi a tutte le forze politiche innanzitutto una garanzia di sobrietà nell’azione di Governo per coloro che la eserciteranno e di responsabile e costruttiva opposizione per gli altri. Perché la via è stretta. La legge di Bilancio 2023 si deve fare con estrema rapidità per evitare un improponibile esercizio provvisorio. Le decisioni non possono essere rimandate. Non abbiamo bisogno di annunci social giornalieri».
Meno annunci social e più riforme chiedono alla politica gli industriali della provincia di Varese.
«Attuiamo le riforme giuste, che il Paese attende già da molto tempo. Quelle necessarie ad assicurare un welfare equo che torni a distinguere tra assistenza e previdenza - ha proseguito il presidente di Univa - chiediamo una riduzione del cuneo fiscale per poter aumentare il potere di acquisito dei salari. Sulla delicata questione del salario minimo il nostro parere è noto. Il tema va affrontato estendendo l’efficacia soggettiva dei contratti collettivi. Attediamo politiche formative che accelerino la costruzione di quei tanti profili oggi mancanti alle nostre imprese».
«Varese ha bisogno di una strategia di riposizionamento capace di mettere a sistema e valorizzare le forze del territorio, attraverso le quali compensare le debolezze e ritrovare lo slancio in quel fermento imprenditoriale che ha fatto le fortune delle nostre comunità. Le imprese, da sole, non possono farcela. C’è bisogno del contributo di tutti» ha concluso Grassi.
A proposito di contributi, dopo la relazione del presidente di Univa è intervenuta Mari Josè Aranguren, professoressa e Direttore Generale dell’Istituto Basco per la Competitività, che ha illustrato un caso di eccellenza di ridisegno competitivo territoriale nell’area Nord della Spagna.
A chiudere i lavori dell'assemblea 2022 il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. (LEGGI QUI)