L'avvicinarsi dell'autunno non porta solo castagne e altri frutti cui siamo abituati. Significa anche una fioritura speciale che Busto Arsizio piano piano si prende a cuore, andando a scavare nel proprio passato.
È il fiore del cotone, cantato dallo storico e benemerito Luigi Giavini, ma ai versi - nello spirito bustocco - si uniscono strettamente anche i gesti concreti: come il porgere, diffondere i semi perché questo piccolo spettacolo si diffonda, di balcone in balcone, di generazione in generazione. Giovani e meno giovani lo stanno coltivando.
Così sta accadendo anche quest'anno.
Giavini la interpreta così, spargendo con le parole la bellezza delle immagini dei fiori ad esempio comparsi sui balconi di un appassionato della tradizione come Antonio Colombo e sua moglie Ivana. Il cotone, cantore di ieri, testimone tangibile oggi, ma speranza per domani. In una parola, magia.
Là, al vòltu d'un cunduminiu / in via Gaèta / Magía da Culombi. / Sut'aa vòlta dul ciel / ul bel ciel da Lumbardia / bell can' l'é bell / un ciapén da tèra / al canta 'na longa storia / da lauá e tié. / L' é nassü, a l'é nassü anmó / ul cutón / cutón tütu büstócu /emuzión / speranza pa'l dumàn. / Grazie Ivana Colombo, / Grazie Antonio Colombo, / I Culombi daa Magía