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Storie | 27 agosto 2022, 18:00

«Io rinato con il trapianto di fegato. E oggi campione europeo di pallavolo»

La storia del bustocco Roberto Zausio che con gli altri atleti del Club Volley della Trans Plant sport Italia, a Oxford ha vinto il campionato. La malattia improvvisa, l'angoscia, poi la vita che ricomincia grazie a un fegato nuovo. «Importante allenarsi per rinascere»

«Io rinato con il trapianto di fegato. E oggi campione europeo di pallavolo»

Non avrebbe mai immaginato che da quell’8 febbraio 2011 la sua vita sarebbe cambiata. Il giorno prima per lavoro è in fiera a Firenze e la mattina dopo si sveglia con il viso tutto giallo per l’ittero. Gli esami del sangue non gli concedono tregua: le transaminasi sono altissime, così anche la bilirubina.

La paura e la speranza

Si pensa a un’epatite: immediata la corsa in ospedale, isolamento, le condizioni peggiorano, nove mesi dentro e fuori dall’ospedale, i medici gli danno qualche giorno di vita, poi a novembre il miracolo: un fegato nuovo e una nuova vita. Ora si fregia della laurea di campione europeo di pallavolo per la nazionale italiani trapiantati.

Il bustocco Roberto Zausio, 52 anni, con gli altri atleti del Club Volley della Trans Plant sport Italia, a Oxford ha vinto il campionato europeo, battendo in quattro partite il Kazakistan, l’Ungheria, la Gran Bretagna e una squadra internazionale. Una vittoria passata sotto silenzio dai media italiani impegnati negli europei di nuoto, ma la competizione non è passata inosservata dalle Tv ungheresi e inglesi. La nostra nazionale ha vinto gli Europei e nella squadra c’è anche un giocatore di Busto Arsizio.

La sua storia è alquanto singolare. Lui è un trapiantato per una malattia che ancora non è ben nota. «Mi hanno parlato – spiega – di cirrosi epatica criptogenetica. Una parolona, ma che nasconde un vero e proprio enigma, tanto che quando mi hanno effettuato il trapianto, hanno portato una parte del fegato ad esaminare a Pittsburgh dove c’è un centro internazionale per le malattie rare, ma non è ben chiaro nemmeno a loro».

Sta di fatto che il tutto inizia, dicevamo, nel febbraio 2011. Roberto Zausio aveva 40 anni e lavorava nell’azienda tessile di famiglia con i due fratelli come artigiano. «È stato uno shock – racconta – avevo i bimbi piccoli, quando mi hanno scoperto la malattia. Ho abbandonato sport e lavoro. Dapprima sono stato ricoverato a Legnano, seguito dal dottor Carlo Magnani che voglio ringraziare anche oggi. Poi mi hanno trasferito al Niguarda. Facevo quindici giorni a casa e quindici in ospedale con continui controlli e biopsie, finché la situazione è peggiorata a tal punto che mi mettono in lista d’attesa per il trapianto».

Poi arriva il grande giorno, il 19 novembre 2011: un fegato nuovo di un giovane di vent’anni. «Non conosco – precisa – l’identità del donatore, ma probabilmente era più giovane di una ventina di anni. Avevano tentato con il fegato di mio fratello (l’organo si rigenera), ma era risultato non compatibile al 100 per cento. Dopo il trapianto per fortuna sono stato bene. Dopo tre mesi ho ripreso a lavorare e allenarmi. Certo, prendo sempre le medicine antirigetto, ancora il cortisone (a distanza di più di dieci anni) e quando mi alleno spesso mi sento stanco e ho bisogno degli integratori».

La pallavolo, da sempre

Già l’allenamento. Il campione bustocco fin da bambino giocava a pallavolo, prima nel Pgs San Filippo, poi nel Primavera, quindi nell’Amicizia e ora nell’Aurora. È anche direttore tecnico del Real Busto e allena le bambine del Real Busto all’oratorio del Redentore. Ha due figlie di 22 e 19 anni e oltre al lavoro come artigiano tessile, è impegnato a diffondere nelle scuole e tra i ragazzi il messaggio che “Il trapianto è vita”.

«Questo è il nostro motto. E noi vogliamo far capire anche l’importanza dello sport: il trapianto è rinascita, ma è importante allenarsi per rinascere». In ottobre con il Club Volley Italia sarà impegnato in un raduno a Soave. Poi proseguirà l’impegno nelle scuole. Di sicuro si allenerà per altre mete ambite. «Negli anni pari – spiega – si organizzano gli Europei, in quelli dispari i mondiali. Di sicuro fra due anni prenderò parte ai prossimi campionati europei in Germania, magari l’anno prossimo ai mondiali in Australia». Intanto oggi va fiero di una vittoria internazionale.

Laura Vignati

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