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Altri sport | 17 luglio 2022, 19:31

Giro d'Italia di Handbike, quel grido al traguardo: «Viva la vita»

Una domenica incredibile a Cerro Maggiore, vincitore della tappa è Claudio Conforti: «Sono 13 anni che gareggio, dopo un incidente in bici ho fatto la riabilitazione e ho scelto l'handbike». Tifosi in delirio

foto cortesia del Comune di Cerro

foto cortesia del Comune di Cerro

Grande entusiasmo a Cerro Maggiore per la 12esima edizione del Giro d’Italia di Handbike, una grande folla da tutta Italia, per fare il tifo, ma anche tanti cittadini del paese. 

Le parole del sindaco, Nuccia Berra, prima dell’inizio della gara: «I nostri cittadini hanno un cuore grande.» e questo è visibile lungo tutto il tracciato, dove erano presenti tantissimi cittadini a incitare i corridori e pronti a sostenerli. Ma anche la grande collaborazione delle autorità e degli operatori di primo intervento che hanno messo in sicurezza tutta l’area. Anche una grande iniziativa, un camioncino con la funzione di “distributore mobile” d’acqua per tenere freschi tutti gli spettatori. 

Alle 10.30 il via alla gara, divisa in uomini e donne, poi in 5 categorie (la 1 con la disabilità più grande, la 5 con quella meno grave) e la categoria open per dare la possibilità di partecipazione anche ai normodotati.

Il primo classificato generale e anche per la classifica maschile è stato Claudio Conforti con il tempo di 1:10:41 e una velocità media di 35.650 km/h che ha percorso 10 volte il tracciato. CLICCA QUI

La prima classificata per la categoria femminile, Grazia Colosio, ha tagliato il traguardo dopo 7 giri in 1:16:20 ad una velocità media di 23,104 km/h. 

Il vincitore Claudio Conforti, ha commentato la gara e il tracciato: «Concludere in solitario è sempre bello. Dopo 40 minuti sono riuscito a rimanere da solo e mi sono goduto la pista. Il percorso era asfaltato bene, c’era qualche buca ma si poteva evitare facilmente, si potevano fare le curve anche senza frenare. È stata una gara molto veloce.»

E come si è avvicinato a questo sport: «È successo tutto dopo l’incidente in bici nel 2008, gareggiavo in gran fondo. Poi ho iniziato la riabilitazione in Svizzera. La cosa più simile a una bici era l’handbike, mi faceva vivere le stesse emozioni. Dopo 6 mesi dall’incidente ho iniziato gli allenamenti, poi le gare: adesso sono 13 anni che gareggio.» 

Una grande forza, tanta voglia di continuare a vivere dopo avvenimenti tragici, come testimoniato da qualche corridore che tagliato il traguardo ha esultato urlando: «Viva la vita.» Perché, nonostante le difficoltà, la voglia di correre verso il futuro, non finisce mai. 

Michela Scandroglio

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