«L’ospedale di Busto-Gallarate sarà all’avanguardia, tra i più funzionali, moderni e tecnologicamente dotati in Regione».
Parola di Attilio Fontana. Il governatore lombardo ha inaugurato questo pomeriggio la nuova terapia intensiva dell’ospedale di Gallarate e il nuovo acceleratore lineare della Radioterapia dell’ospedale di Busto Arsizio.
Un doppio taglio del nastro che, ha affermato a Busto, dimostra come «Regione Lombardia voglia continuare nella politica di rilanciare la medicina territoriale, continuando allo stesso tempo a investire sulla tecnologia e la qualità dei servizi all’interno dei nostri ospedali, che sono un punto di riferimento della sanità non solo lombarda ma di tutto il paese».
In attesa proprio «dell’ospedale unificato di Busto e Gallarate, che sarà ancor di più un esempio di qualità, tecnologia, modernità».
Sul quale però, tra cittadini e comitati, non mancano preoccupazioni. «Non le capisco – ha detto Fontana –. È una scelta che è stata meditata dalle due città che hanno chiesto si realizzasse questo importante investimento. Un investimento molto rilevante per realizzare un nuovo ospedale all’avanguardia, tra i più funzionali, moderni, tecnologicamente dotati che ci sono in Regione».
E il presidente lombardo ha utilizzato la doppia inaugurazione di oggi come dimostrazione del fatto che «continuiamo a investire anche nei vecchi ospedali. Non li lasciamo al loro destino. Noi vogliamo che la qualità continui a esistere fino al giorno in cui non avremo completato i lavori del nuovo nosocomio».
A proposito delle carenze di personale, Fontana chiama in causa la «cattiva programmazione fatta negli ultimi anni dai governi nazionali. Sono stati sbagliati i conteggi, non si è tenuto conto dei tanti pensionamenti che negli ultimi anni si sono verificati. Per dieci anni, fino all’inizio della pandemia, i governi hanno pensato che la sanità fosse una specie di bancomat dove andare a recuperare le risorse che mancavano. Tanto è vero che in questi anni si sono tagliati più di 37 miliardi al comparto della sanità. Non è così che si deve fare e il Covid lo ha dimostrato. Le spese nel comparto sanitario sono investimenti per i nostri cittadini. Fortunatamente negli ultimi due anni la tendenza pare si sia invertita».
Ma che cosa si può fare per superare questa emergenza? «Aspettare che aumentino i numeri dei laureati e degli specializzandi. Per i medici di base abbiamo inaugurato la scorsa settimana i corsi di specialità e abbiamo avuto il piacere di vedere che a partecipare sono stati in 450. È un numero importante anche se non ancora sufficiente».
Al termine dell’inaugurazione all’ospedale di Busto, il presidente della Regione si è intrattenuto con tecnici ed esponenti politici del territorio a cui è stato presentato il metaprogetto della nuova struttura.