L'aria di Busto, la Settimana Enigmistica... Ginetta Fumagalli è lieta di condividere i suoi segreti per essere arrivata, e così in forma, a spegnere 100 candeline. Ma uno è più importante di tutti e lo rimarca:«L'onestà».
Lo può dire, Ginetta, perché lei, che ha attraversato un secolo, anche negli anni più duri, si è sempre prodigata per gli altri. Secondogenita di cinque figli tra i quali un sacerdote, l’ex parroco di Bresso, la donna ha affrontato gioie e sofferenze senza perdere mai la forza della speranza. Oggi si è meritata una bella festa con la sua amata famiglia e ha ricevuto gli auguri degli amici, dei vicini e del Comune di Busto. È arrivato infatti il sindaco Emanuele Antonelli, con la vicesindaco Manuela Maffioli e l'assessore Daniela Cerana: insieme le hanno portato l'omaggio e le congratulazioni della sua città, nell'abitazione di Sacconago.
Ginetta Fumagalli, vedova Toia, è nata a Busto Arsizio il 6 novembre 1921. All’indomani della grande guerra - ricordano i nipoti - «ha vissuto momenti toccanti della nostra storia: fascismo, seconda guerra mondiale, dopoguerra…. e non ultima la pandemia, da cui non è stata nemmeno sfiorata». E ancora, impressiona il suo impegno lungo e silenzioso per gli altri: «Per tanti anni si è prodigata nel sociale come coadiuvante volontaria nell’ex asilo Nido Enrica e Basilico Gagliardi di Sacconago. È stata dama dell’associazione caritatevole San Vincenzo de’ Paoli della parrocchia dei santi Pietro e Paolo di Sacconago. Sempre disponibile a dare una mano non solo ai bisognosi di attenzione e di aiuto, ma anche ai familiari, parenti e amici, è stata anche abile tessitrice e affiancava la cugina sarta in lavori sartoriali, apportando competenza e simpatia».
Ecco, Ginetta ha saputo tessere anche tanto bene e oggi è stata circondata dall'affetto di molti, più che mai. Perché è un giorno speciale, da condividere. Anche con quella raccomandazione di vita, che resta come un cardine senza tempo.
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