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Territorio | 19 agosto 2021, 06:00

«Ciao Giovanni, un maestro e di più. Solbiate perde quella parte di storia che, pur essendo piccolo, lo ha reso grande»

Il commosso ricordo di Bianchi da parte di Antonello Colombo, suo assessore e poi successore: «Sempre preparato e presente, mi ha insegnato che un sindaco deve studiare, stare al passo, avere la porta aperta»

Giovanni Bianchi in una foto degli alpini

Giovanni Bianchi in una foto degli alpini

Ha salutato lui per primo l'ex sindaco Giovanni Bianchi (LEGGI QUI), sommessamente, pubblicando "La Macchina del Tempo" sui social attraverso Solwebtv. Antonello Colombo, è stato suo assessore e poi suo successore e ha voluto ricordarlo così. 

Adesso escono le parole, con misura, rispetto, trasparenza. Perché quando si cammina insieme a lungo, c'è un tempo per scoprirsi e poi farlo con ulteriore consapevolezza. «Giovanni non fu per me solo un maestro ma è anche lo zio di mia moglie, il fratello di mia suocera che ci ha lasciato pochi mesi fa - spiega Colombo - Sono stato suo assessore nei suoi ultimi 5 anni da sindaco e anche dopo si è sempre reso disponibile per consigli e sostegno. Da giovane alcune sue scelte mi sembravano inopportune ma crescendo mi sono reso conto della sua lungimiranza».

Che cosa lo colpiva di Bianchi? «Gli piaceva stare in mezzo ai suoi concittadini, spalla forte per tante associazioni e senza paura nell'assumersi responsabilità - ricorda - Sempre preparato mi ha insegnato che un sindaco deve essere sempre presente nella comunità che amministra, deve inoltre studiare quotidianamente e stare al passo con l'evolversi delle normative, avere sempre la porta aperta per ricevere i cittadini e spendere tutte le risorse morali e finanziarie per soddisfare le giuste istanze».

Una conversazione, tra Giovanni e Antonelli, pochi giorni fa, destinata a essere l'ultima resta nel cuore. Oggi il paese gli darà l'ultimo saluto, alle 9.30. «Ci mancherà - conclude Antonello Colombo - Solbiate dopo Luigi Canavesi, Mario Saporiti, Giacomo Moroni e Lauro Fedeli perde quella parte di storia che, pur essendo piccolo, lo ha reso grande». 

Ma. Lu.

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