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Politica | 10 agosto 2021, 07:00

Farioli di nuovo in campo: «Il Gigi di sempre. Per Busto Arsizio»

Il (già) due volte sindaco pronto ad una nuova avventura: «Sarà una sfida per la città e non contro qualcuno. Non avere il sostegno di Forza Italia è una profonda ferita al cuore, ma la coscienza mi obbliga alla coerenza. Vado avanti, insieme a due liste che racchiudono liberali, cristiani, popolari e riformisti: guarda caso, le anime che costituirono il partito nel 1994»

Gigi Farioli

Gigi Farioli

Gigi Farioli è di nuovo in campo. Cinque anni dopo la conclusione del suo doppio mandato da primo cittadino, Farioli è ufficialmente candidato sindaco a Busto Arsizio.

Questa volta senza il simbolo di Forza Italia che lo ha accompagnato per oltre un quarto di secoolo, ma alla guida di due liste, una liberal-popolare-cristiana e una riformista dal nome “Lavorare per Busto Arsizio”.
«Non sarà una competizione contro qualcuno - avverte - ma per la città».

Gigi Farioli di nuovo in campo ma senza il sostegno di Forza Italia, suo storico partito. C’è un mix di entusiasmo e amarezza?
«È avvenuto, come un lampo improvviso in una notte serena, qualcosa che non avrei potuto prevedere neanche un quarto d’ora prima. Ciò indubbiamente non può non aver lasciato una profonda ferita nel mio cuore, stimolando sentimenti contraddittori e soprattutto un’amarezza e una delusione umane che non avrei mai potuto mettere nel novero delle possibilità.

È altrettanto vero che nel giro di ventiquattr'ore mi sono trovato a confrontarmi anche col sentimento di cristiana accettazione di qualcosa che ritengo inspiegabile, ingiustificabile, contraddittorio e profondamente ingiusto. Al tempo stesso, un confronto con la mia coscienza mi obbliga a mantenere coerenza rispetto a un percorso finora condiviso con tutti gli organi di partito che poi hanno innestato una curiosa forma di "inversione a u".

Ma la condivisione di questo percorso con cittadini, famiglie, associazioni e forze politiche mi obbliga a proseguire.
Non nascondo che la probabile assenza, tra i simboli che sosterranno questa mia sfida, di quello a cui sono legato con determinazione, onestà e lealtà da 27 anni e che ho servito con fatica e umana sofferenza soprattutto negli ultimi due anni, quando mi fu chiesto di assumere responsabilità di partito a Gallarate e a Busto dopo il dramma della Mensa dei Poveri, mi costerna. Ma c’è evidentemente una comunità che ha bisogno di essere risvegliata.

Io sono ancora un iscritto al partito di Forza Italia. E da semplice iscritto, coerente con i valori, i principi e i progetti che Forza Italia ha nel suo statuto, continuo e mi candiderò a sindaco di Busto Arsizio. Con lo stesso entusiasmo di prima, con una profonda amarezza ma, se possibile, con ancor più determinazione».


Nuovi simboli, una squadra nuova ma, si sottolinea nei manifesti, «il Gigi di sempre».
«Con quel passaggio – tra un “Eh… già, io sono ancora qua” di Vasco e un “Uno di voi, con voi, per voi” di lincolniana memoria – volevo indicare di avere lo stesso entusiasmo e la stessa passione, pur con la necessità di un cambiamento che prima non era di schieramento, bensì legato alle mutate condizioni sociali ed economiche del dopo-pandemia e del periodo della sfida epocale che l’Europa tutta sta affrontando per risollevarsi.

“Il Gigi di sempre”, oggi, significa che sono lo stesso anche senza un simbolo che mi ha accompagnato per ben 27 anni. Nei simboli che mi hanno affiancato (Partito Liberale e Forza Italia) ho sempre avuto il tricolore: anche questa volta non mancheranno il tricolore e il bianco-blu».


Non ci sarà Forza Italia, ma chi sarà al suo fianco in questa sfida?
«Io mi auguro ancora ci possa essere Forza Italia, per lo straordinario numero di messaggi che ho ricevuto da personaggi importanti del partito.
Così non fosse, non sarò un uomo solo al comando, ma sarò accompagnato da forze civili, civiche e politiche che si riuniranno probabilmente in due liste.

Una liberale-popolare-cristiana, che al momento ha l’adesione di Cambiamo!-Coraggio Italia, Popolo della Famiglia, Rinascita della Democrazia Cristiana, Impegno Popolare e soprattutto una grande massa di imprenditori, professionisti, giovani e meno giovani che vogliono fare opera di civismo senza indifferenza o qualunquismo.

E ci sarà una lista riformista anch’essa fortemente civica che si chiamerà con ogni probabilità “Lavorare per Busto”. Per significare, insieme ad alcune parole d’ordine, il tema del lavoro come centrale nella dimensione della bustocchità ma anche della necessità di uno sviluppo che non può che nascere dall’impegno dei singoli, delle imprese, delle famiglie, della società.
Se vogliamo, ci sono i liberali, i cristiani, i popolari e i riformisti. Guarda caso, le anime principali che costituirono Forza Italia sin dal 1994».


Quali saranno i temi centrali del vostro programma?
«Il punto focale della visione programmatica nasce dalla declinazione dei principi del protagonismo della società civile, degli individui, delle famiglie, delle imprese, delle associazioni del terzo settore e di tutte le realtà vive della società. Nella logica di una visione della città che torni a essere baricentro fondamentale dell’asse imperniato tra Malpensa e Milano. Sfruttando non solo la fortunata posizione geografica di Busto, ma anche l’acquisita, attraverso le lungimiranti scelte degli ultimi vent’anni, centralità infrastrutturale in termini viari, ferroviari e di aerostazione.

Ci sarà una visione che avrà alcune parole d’ordine all’insegna della necessità di proporsi in modo nuovo dopo la pandemia e nel periodo del Pnrr (Piano nazionale ripresa resilienza), guardando all’Europa e a tutte le realtà pubbliche e private, come una sorta di cabina di regina che sappia attirare energie per investimenti importanti in diversi settori.

Ovviamente i settori dell’economia e del lavoro, quelli tesi a uno sviluppo sostenibile, anche dal punto vista ambientale e sociale, investimenti forti nella sanità, con particolare attenzione alle fasce anziane e alle diverse disabilità e fragilità.

Altro tema fondamentale è quello della formazione ed educazione, con un'offerta che deve diventare ancora più di eccellenza, in una logica di collaborazione tra pubblico e privato, che va costruita insieme a quelle realtà che pongano il passaggio all’impresa 4.0 e alla digitalizzazione come vera sfida».


Per dare concretezza a questi propositi dovrete affrontare innanzitutto il centrodestra nella sua formazione più tradizionale, con anche Forza Italia al suo interno. Non sarà una sfida semplice.
«Sarà una sfida nuova. Ma l’aspirazione profonda di tutte le donne e gli uomini che mi hanno accompagnato e mi accompagneranno è quella di creare una proposta nuova e innovativa. Non tanto e non solo nelle forme, quanto nel metodo e nella sostanza.

Un metodo liberale che faccia della partecipazione consapevole di tutte le energie vive della città una forza e non un limite. Che faccia del rispetto degli alleati e degli avversari un metodo e non un fastidio. Che faccia soprattutto della proposta politica una scelta per il meglio e non tra preconfezionate alternative calate dall’alto, ingessate, tanto rigide nella loro organizzazione quanto poco flessibili e capaci di dialogo al proprio interno.

Questa è una proposta “pro”, che a Busto Arsizio è ancor più suggestiva: non una proposta contro qualcuno o qualcosa, ma per la città. Competizione e concorrenza, anche dal punto di vista semantico e ontologico, significano correre insieme nella concretezza, crescendo insieme».

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