Un ultimo saluto semplice e vero, proprio come lui, Francesco Varliero, ex massaggiatore dei tigrotti, scomparso a 86 anni.
Ma ex non si diventa mai, tanto più quando per decenni ci si prende cura dei giocatori, del loro fisico e non solo, delle loro speranze, dei loro turbamenti, dei loro segreti. Si diventa un riferimento, una certezza: sono coloro che non parlano, ma fanno e ascoltano per aiutare, solo per quello. Ancora, nasce un rapporto speciale con tutti coloro che hanno a cuore la Pro Patria: difatti, oggi nella chiesa del Buon Gesù c'erano diversi tifosi biancoblù, che hanno voluto rendere omaggio a Francesco.
«Una persona perbene, sincera. Non diceva mai niente di male su nessuno. Unico». Sono gli aggettivi che si affiancano nell'atmosfera commossa dopo la celebrazione a Olgiate. Siamo a pochi metri dallo Speroni e in chiesa arriva Giuseppe Calderaro, il custode dello stadio. C'è anche Maurizio Pacchioni, che ricorda le visite quotidiane di Francesco in ferramenta, finché ha potuto.
Sul feretro fiori bianchi e blu, risuona il grazie dell'amata nipote Chiara, che per congedarsi dallo zio sceglie la preghiera di Sant'Agostino: «La morte non è niente. Sono solamente passato dall'altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto...». Anche a vegliare sulle sue tigri, sul suo stadio.














