Poteva finire molto peggio, soprattutto se al posto dell’uomo ci fosse stato un bambino, nel faccia a faccia con il cane inferocito che lunedì pomeriggio ha aggredito un varesino mentre stava salendo in auto, in una strada di Casbeno. «Per questo voglio raccontare cosa mi è successo - ci dice – Perché il cane non è stato ancora ritrovato, potrebbe essere ancora libero per strada e aggredire altre persone».
L’uomo aveva appena terminato il lavoro in una palazzina di via Martin Luther King, una traversa di via Filzi, «stavo caricando nel baule una cosa e con la coda dell’occhio ho visto una cosa bianca venirmi incontro e un secondo dopo un dolore al polpaccio sinistro». La cosa bianca era un cane, un grosso simil pastore maremmano inferocito. «D'istinto, non potendo salire in auto, sono corso verso un muretto e mi sono arrampicato a un cancello». Il cane però lo ha rincorso e saltando gli ha azzannato la coscia. Una lotta di pochi secondi e mollata la presa è fuggito.
«A quel punto ho iniziato ad urlare per attirare l’attenzione e sono stato soccorso. Perdevo molto sangue e ho preferito farmi portare in ospedale che non aspettare l’arrivo di un’ambulanza». Al pronto soccorso è stato medicato e trasferito in reparto per essere sottoposto ad un intervento di chirurgia plastica. «Mi hanno messo 210 punti di sutura e fatto due trasfusioni di sangue. Immaginate cosa sarebbe successo se al mio posto ci fosse stata una donna con un bambino».
Da lunedì però quest’uomo ha un chiodo fisso: ritrovare il cane che lo aggredito. «Mia moglie è andata tutti i giorni sul posto a chiedere se qualcuno lo avesse mai visto. Abbiamo chiamato il canile di Varese e quello sanitario, ma non risulta nessun animale di quel tipo. Va ritrovato assolutamente perché è pericoloso». L’uomo ha sporto denuncia alla polizia e spera che si riesca a risalire ai proprietari del cane.
Difficile che possa essere un randagio, in città non ce ne sono. A Casbeno ci sono però tante cascine e potrebbe venire proprio da un cortile. «Non ho nulla contro il cane. Può avermi aggredito per mille ragioni, magari mi ha visto aprire il baule e ha pensato stessi rubando in macchina, sono cani da guardia alla fine. Può essersi spaventato per qualcosa. Però voglio ritrovarlo».