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Busto Arsizio | 03 aprile 2021, 10:37

Ospedale unico: al coro dei no si iscrive Chiara Guzzo

Per la candidata sindaco a Busto Arsizio significherebbe «costruire in debito, servono altre risposte». Il Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto: «Idea senza gambe». E pizzica i consiglieri di “Idee in Comune”

Ospedale unico: al coro dei no si iscrive Chiara Guzzo

Tiene banco il tema dell'ospedale unico di Busto-Gallarate. Al coro dei no si iscrive la candidata sindaco, Chiara Guzzo, che interviene assieme ai gruppi e ai partiti di sinistra che la sostengono. «Che l'idea di un ospedale unico tra Busto e Gallarate venga ripresa nel corso di una pandemia, di cui ancora non si intravede la fine, può già essere sufficiente a gettare sconcerto tra i cittadini, per l'ennesima volta vittime sacrificali delle opinabili scelte regionali e locali. Ma la via che ha portato a questo annunciato inferno non è nemmeno lastricata di buone intenzioni».

«Se, ad esempio - prosegue il comunicato di La Sinistra Chiara -, due attrezzature per la tac a Gallarate e due a Busto non permettono di abbassare i tempi di attesa, come potrebbe riuscirci un ospedale unico? Tutto questo risponde alla logica dei tagli legati all'ospedale come azienda che produce e fa business, ma non come luogo di cura».

Poi il paragone con l'ospedale nuovo di Legnano, inaugurato e aperto nel 2010.

«Abbiamo letto strafalcioni come appunto “a Legnano hanno fatto l'ospedale nuovo”. Vero – ribatte Chiara Guzzo - ma contestualmente i servizi, contrariamente a quello che si vorrebbe fare con l'ospedale unico Busto-Gallarate, sono stati mantenuti e implementati con una specifica designazione presso gli altri tre nosocomi facenti capo alla stessa azienda ospedaliera (Abbiategrasso, Cuggiono, Magenta). Anche il “nuovo” ospedale di Varese ha mantenuto il medesimo bacino di utenza territoriale. Ora con la pandemia tutte le mancanze della Sanità Pubblica Lombarda sono venute alla luce, mancanze che tornano indietro nel tempo, dal 1994 in poi, dove la logica del governo regionale ha spinto sempre più verso il privato».

Costruire in debito. «È ben chiaro che ospedale unico, in ottemperanza alla tutt'ora vigente riforma Maroni, significa costruire in debito, a carico della fiscalità generale, sulle spalle di tutti i cittadini lombardi e cioè più tasse, più ticket, con la privatizzazione e monetizzazione dei servizi accessori. Non da ultimo, legato alla costruzione dell'ospedale unico Busto-Gallarate emerge sempre di più un ennesimo consumo del suolo, con un massacro del territorio di una delle poche aree verdi rimaste intorno a Busto ed al Parco del Ticino».

Poi la chiosa: «La politica deve assumersi la responsabilità di evitare lo sfascio dei due nosocomi di Busto e Gallarate, nati come eccellenze, potenziando i livelli attuali delle prestazioni sia in termini di personale, sia di reparti che di servizi. Le risposte potranno arrivare e saranno diverse, se altra sarà la visione politica: dalla logica profitto delle Aziende Ospedaliere all'impegno del territorio per il benessere e il diritto alla salute per tutti».

Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto

Nei giorni scorsi, sul tema ospedale unico, ha preso la parola anche il Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto. Alberto Rossi si è fatto portavoce delle istanze.

«Abbiamo più volte denunciato l’infondatezza della prospettiva dell’ospedale unico, per almeno tre ragioni: non è supportata da un’analisi dei bisogni sanitari della popolazione, l’area prescelta è inadeguata per dimensioni, conformazione e accessibilità, e le risorse finanziarie non ci sono».

Alberto Rossi pizzica i consiglieri comunali di “Idee in Comune”: «Stupisce come i consiglieri comunali di maggioranza a Busto Arsizio di Idee in Comune, tra cui compaiono diversi medici, dopo avere fatto le comparse per quattro anni, irrompano sulla scena per schierarsi a favore della riesumazione dell’ospedale unico, definendolo un’opera strategica. Come possono appoggiare un’idea che nasce senza essere preceduta da una qualsivoglia analisi dei bisogni socio-sanitari della popolazione interessata? Come possono non accorgersi che un’idea senza gambe serve solo a giustificare soppressioni e accorpamenti di reparti, e quindi il progressivo depotenziamento degli ospedali pubblici a vantaggio di quelli privati? Proprio ciò che da anni sta succedendo agli ospedali dell’Asst Valle Olona».

Il Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto, per voce di Alberto Rossi, ne ha pure per il sindaco Emanuele Antonelli: «Forse una risposta ce la può dare lui, che accusa chi mette in discussione l’idea dell’ospedale unico di parlare senza informarsi».

Il primo cittadino di Busto ha recentemente ribadito come la richiesta di un «ospedale nuovo» arrivi direttamente dai medici, «da quelli che lavorano sul campo. Se loro lo vogliono, è perché è giusto» (LEGGI QUI). Diametralmente opposte le conclusioni del comitato che «si basano sulla consultazione delle fonti pubbliche disponibili: i procedimenti avviati da quattro anni si sono fermati alla partenza, e i soldi per l’ospedale unico Busto-Gallarate sono solo virtuali. Se il sindaco Antonelli è a conoscenza di altro, lo preghiamo di informare noi e la cittadinanza».

Redazione

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