La crisi legata al Covid mette alla prova le imprese familiari. Che però confermano la capacità di reazione e anzi molte vedono in questo duro momento anche l'opportunità di un miglioramento.
È quanto emerge dalla ricerca di Fabula, il Family Business Lab della Liuc – Università Cattaneo di Castellanza, che ha interrogato 182 imprese italiane, per l’86% familiari appunto (ovvero imprese la cui maggioranza del capitale è detenuta da una famiglia).
Le aziende e le sfide
Hanno risposto piccole e medie imprese con un fatturato inferiore ai 50 milioni di settori molto diversi. Da quello metalmeccanico (14%), ad alimentari/bevande (12%), tessile/abbigliamento (8%), plastica e gomma (8%).
Tra i temi investigati, le criticità riscontrate e attese a causa della pandemia, le reazioni concentrate sugli aspetti più diversi come competitivi, produttivi, finanziari, organizzativi e di governance. E ancora i risultati conseguiti e previsti, le prospettive future.
L'esito della ricerca rivela che le aziende familiari sono più solide e stabili. «Infatti, pur avendo riscontrato per oltre il 60% dei casi un calo della domanda con riflesso sui fatturati - spiegano i ricercatori - e sui redditi 2020 (ancora oltre il 60% delle aziende familiari dichiara un calo del fatturato 2020 e, oltre il 40%, un calo del reddito), è possibile mettere in luce alcuni aspetti positivi che denotano segnali di ottimismo per il futuro».
Qualche esempio. Le imprese familiari hanno lamentato problemi di liquidità inferiori (35% delle aziende rispondenti rispetto al 56% delle non familiari nel 2020; 25% contro 60% nelle previsioni 2021). Più di rado hanno attuato azioni di modifica della clientela (45% contro 65% nel 2020; 49% contro 76% nel 2021) e del prodotto (46% contro 56% nel 2020; 50% contro 76% nelle previsioni 2021).
Più rapide e fiduciose
Inoltre, hanno reagito prontamente mettendo in atto pratiche di smartworking, per oltre il 70% dei casi nel 2020, anche se la percentuale è prevista in riduzione nel 2021 (circa il 57%). Ancora, hanno saputo coinvolgere maggiormente le nuove generazioni, per oltre il 50% dei casi nel 2020 e contano di farlo in misura ancora maggiore nel 2021 (59% circa). Hanno dato maggior spazio a manager non familiari nel 2020, in circa il 30% dei casi, ma la percentuale prevista sale al 35% nel 2021.
Un altro dato incoraggiante: si attende un aumento del fatturato estero nel 2021 per oltre il 60% dei rispondenti e in misura maggiore rispetto alle aziende non familiari (53%).
Per oltre l’80% dei casi si aspetta una ripresa del fatturato nel 2021 e per quasi il 70% una ripresa del reddito ante imposte nel 2021(le percentuali sono analoghe per le imprese familiari e non familiari).
Ecco poi che per oltre il 75% non ritengono che la crisi attuale rappresenti una minaccia per la sopravvivenza (rispetto al 60% delle non familiari) e una percentuale ancora maggiore (77%) vede la crisi come un’opportunità di miglioramento.