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Scuola | 03 marzo 2021, 08:00

Il debate, quando sapersi confrontare aiuta nel lavoro

Valentina Zappavigna racconta una passione nata all'Ite di Busto Arsizio, che poi ha dato frutti. Anche con l'esperienza di un corso pilota per i giovani

Valentina Zappavigna e sotto un momento del corso pilota

Valentina Zappavigna e sotto un momento del corso pilota

In un’epoca dove il linguaggio spesso lotta tra superficialità, piattezza e vuota contrapposizione, un antidoto è il debate. E anche qualcosa di più: una competenza sempre più cruciale per il mondo del lavoro.

Che cos’è il debate? Un confronto di opinioni, regolato da modalità specifiche, tra interlocutori che sostengono una tesi a favore e una contro su un tema: così lo definisce la Società nazionale Debate Italia, del cui direttivo fa parte Valentina Zappavigna, una laurea magistrale in gestione del lavoro e comunicazione per le organizzazioni e un incarico nelle risorse umane in un’azienda multinazionale.

I semi

La “semina” di questa passione  è avvenuta a scuola appunto: all’Ite “Tosi” e con l’allora dirigente Nadia Cattaneo, che ha saputo motivare e coinvolgere i ragazzi in questa direzione.

L’università si è rivelata un terreno su cui proseguire a investire su questo impegno stimolante per la giovane: «Ho continuato a seguire il progetto facendo formazioni di debate e public speaking a studenti e docenti». Di recente è stata anche organizzata un’iniziativa particolare. «Abbiamo dato avvio ad un corso pilota con il gruppo giovani della Lombardia, ragazzi dai 20 ai 35 anni – racconta Zappavigna -  Ha ottenuto un enorme successo e un positivo riscontro».

Quattro gli incontri con momenti teorici e attività pratiche che si intrecciavano: si sono conclusi con il dibattito finale.

Com’è nata dunque l’idea? «Per dare vita a questo nuovo percorso – osserva - ho pensato di partire da un settore molto importante per il mondo del lavoro, nel quale io stessa sto lavorando, ossia le risorse umane, e ho individuato l'Associazione Italiana Direzione del Personale. Questa è una delle più importanti associazioni che promuove lo sviluppo della cultura manageriale in ambito delle risorse umane e i cui partecipanti sono tutte persone con ruoli all'interno del settore».

Una palestra di competenze

Il corso pilota è stato ripagato dall’entusiasmo mostrato dei ragazzi. Hanno potuto soppesare, utilizzare, far fiorire dentro di sé quella che Zappavigna definisce «una metodologia straordinaria che darà loro maggiori competenze nel gestire le discussioni nel mondo del lavoro, imparando a gestire i propri argomenti, le proprie strategie, adattandole in base delle persone che avranno di fronte». 

Così dunque si è presentato il debate ed è stato vissuto dai ragazzi: come una palestra di competenze. Sì, come in una palestra della mente ci si è esercitati ad argomentare, confutare e dialogare come serve e servirà sempre più nell’impresa dove si lavora.Proprio per questo l’iniziativa si chiamava  "Il Debate: strumento e opportunità di crescita nei contesti professionali". E l’elemento nuovo – conferma Valentina Zappavigna - è proprio questo: «L'applicazione di questa metodologia nel mondo del lavoro con un duplice fine: il primo è insegnare a condurre un dibattito regolamentato in contesti in cui saper prendere delle decisioni e argomentare è fondamentale; il secondo è trasmettere e dare consapevolezza delle soft skills che il debate è in grado di insegnare a chi lo pratica».

Sempre più ricercate

Quando si dice competenze, si spalanca un universo decisamente ampio. Sono quelle relative alla comunicazione, come il parlare in pubblico e il gestire i conflitti, ma anche quelle argomentative: qui ci si riferisce alla gestione delle informazioni, alla capacità di risolvere i problemi e al pensiero laterale. Poi, questo mondo è ancora più vasto, perché si lega al team working, alla leadership, alla gestione dello stress e altre competenze civiche e sociali.

Non solo un patrimonio inestimabile per la vita nella comunità bensì ricercato dal mercato del lavoro. Anzi, dopo il periodo difficilissimo che abbiamo vissuto e ancora stiamo purtroppo sperimentando, saranno tesori ancora più incalcolabili da investire nel lavoro del futuro.

Ma. Lu.

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