Accettare, imparare e ripartire. Sono le azioni che si prescrive da sola la Pro Patria dopo essere scivolata contro la Pergolettese allo stadio Speroni (LEGGI QUI). L’unica seccatura tangibile, guardandosi attorno in classifica, è il Lecco che la scavalca; quello che succede nelle altissime sfere (Como e Renate), poco tange.
Brucia altro. La miglior difesa del campionato ha preso due gol da una squadra che ha saputo sfruttare bene le occasioni, tutto lì. I tigrotti solitamente orchestra compatta, qua e là hanno dato l’impressione di suonare spartiti diversi.
Che cosa resta di questa sfida allo Speroni? L’umanità di questa Pro Patria. Non è una squadra di supereroi, ma di ragazzi che dopo una settimana tosta – prima a domare il Renate, poi a non farsi sorprendere dalla Lucchese – non sono riusciti a scrivere il dodicesimo risultato positivo. Che alla fine si sono abbracciati in silenzio, ma non hanno rinunciato ad andare verso la porta per raccogliere l’affetto dei tifosi che da fuori li sostenevano tenacemente. GUARDA IL VIDEO
Allora tutto ok, era un dazio da pagare? No, «c’è sempre da imparare» commenta Javorcic dopo la partita e aggiunge: «Ma ci sta, l’archiviamo e ci prepariamo per un’altra settimana».
È quanto osserva anche Lombardoni, dopo aver espresso il rammarico della squadra: «Noi cerchiamo di trarre il massimo di ogni partita, oggi ci dispiace, ma dobbiamo accettarlo e cercare di capire dove abbiamo sbagliato per poter migliorare e trarne beneficio già dalla prossima settimana». Sì, perché arriva il Como sabato e al netto del risultato di questa domenica sera la prova è dura. Poco male, perché siamo umani. E con questa umanità rialziamo la testa e torniamo a lavorare.