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Busto Arsizio | 07 febbraio 2021, 11:20

Una settimana in zona gialla. «La gente non vedeva l’ora di tornare al ristorante»

«È andata decisamente bene», dice Gino Savino, titolare del Capri di Busto e referente Fipe. Oggi il suo locale rimarrà chiuso: «Temevo di non poter gestire le tantissime richieste». Una soluzione per “diluire la voglia di normalità”? «Aprire la sera fino alle 22 seguendo protocolli precisi»

Una settimana in zona gialla. «La gente non vedeva l’ora di tornare al ristorante»

Si chiude oggi la prima settimana in zona gialla per la Lombardia. In questi sette giorni bar e ristoranti sono tornati a servire al tavolo i propri clienti all'ora di pranzo.
«È andata decisamente bene», dice Gino Savino, titolare del ristorante pizzeria Capri di Busto Arsizio e referente cittadino della Federazione italiana pubblici esercizi.

«La realtà è che la gente non ne può più di stare a casa – racconta –. L’incasso di questa settimana ha superato qualsiasi ristoro. Certo, la strada per rientrare dalle perdite è ancora molto lunga».

Eppure, nonostante le difficoltà legate a un 2020 difficilissimo, oggi, domenica, Savino ha deciso di non aprire il suo ristorante. «Per accogliere tutte le richieste non sarebbe bastato lo stadio Meazza – rivela –. Temevo di faticare a gestire la situazione. La maggior parte delle persone è molto attenta e rispettosa delle norme; qualcuno però potrebbe non esserlo e in mezzo a tanta gente potrebbe essere un problema. Meglio andare per gradi: dobbiamo rodarci e per questo ci vuole tempo».

Una soluzione per evitare che la “voglia di normalità” dei clienti pesi eccessivamente sul pranzo della domenica può essere quella di consentire ai ristoranti di riprendere il servizio-cena. La Fipe ha già avanzato la proposta, indiscrezioni parlano di una possibile apertura in questo senso, ma per ora non c’è nulla di ufficiale.

«Aprire fino alle 22 seguendo protocolli precisi può sicuramente essere una strada da perseguire – aggiunge Savino –. Con intelligenza e rispetto da parte di tutti dobbiamo tornare a uscire di casa. La gente non vede l’ora».

R.C.

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