Ancora tu. La canzone si spezza subito alla prima strofa: perché Mirko Bruccini dovevamo vederlo ancora, anzi non l’abbiamo mai perso di vista.
Non è solo questione di quel feeling che scatta tra una squadra e un giocatore. Neanche l’aver condiviso fondamentali momenti, come la promozione afferrata a Casale anche grazie a un suo gol: su questo punto, sappiamo che c’è già un sospiro di felicità condivisa, da parte della sua nuova squadra, l’Alessandria.
Quella che affronterà la Pro Patria sabato 16 gennaio alle 15, sì, allo stadio Speroni. C’è un terzo motivo, preponderante. Sì, forse persino più schiacciante dell’aver viaggiato orgogliosamente insieme. È che Mirko è una persona perbene. Ci siamo emozionati ai suoi eurogol, alla sua coerenza ruvida e tenera insieme. Eppure c'è qualcosa che è scoppiato dentro al popolo tigrotto, ancora di più. Molti tifosi biancoblù in questi anni si sono appassionati a una squadra, il Cosenza. Perché c’era Mirko. E se cavalcava fino alla B, era chiaro: c’era Mirko. Se lo stadio scoppiava come il cuore, idem. In questi giorni, Bruccini ha lasciato la città calabrese per dirigersi in Piemonte.
Prendiamo alcuni messaggi dei tifosi: «Cosenza ti ama e non ti dimentica, mai». «Grazie di tutto, grande calciatore e soprattutto grande uomo». «Cosenza resterà casa tua».
I tifosi di Busto e della Valle Olona potrebbero prendere ciascuno di questi messaggi, cambiare la città e suonerebbero impeccabili, ugualmente. Papà Bruccini ci ha consegnato in un sussurro alcune sue parole preziose e ci perdonerà se in parte le condividiamo: «Era scritto che le strade della mitica Pro Patria e Mirko si sarebbero incontrate di nuovo». Non è una favola, questa: c’è un nemico, che non è neppure nascosto nel buio, e si chiama coronavirus. L’anno trascorso è stato terribile, eppure ha visto anche emozioni dolcissime per Mirko, condivise sempre con Busto: come la nascita del secondogenito Mattia a La Spezia.
Bruccini torna a Busto, da avversario, ma c’è un solo pensiero che corre: «Che dispiacere non poterlo abbracciare». Ma noi abbiamo preso un impegno con il destino, che afferra la penna e sembra scrivere ciò che vuole, salvo arrendersi di tanto in tanto davanti alla caparbietà buona degli uomini: magari ci rivedremo ad Alessandria e lì con l’aiuto della primavera e magari dei vaccini, chi lo sa, sì che potremo abbracciarci. Saranno solo sogni, però la realtà si chiama Mirko, una persona perbene che riaccogliamo nella nostra casa, quella che rimarrà sempre anche sua.