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Busto Arsizio | 18 febbraio 2020, 10:15

Rebus Accam. Un Consiglio comunale straordinario prima dell’assemblea

Lunedì i 5 Stelle hanno riportato il tema in assise. E la prossima settimana dovrebbe tenersi una nuova seduta in vista dell’assemblea dei soci

Rebus Accam. Un Consiglio comunale straordinario prima dell’assemblea

Sono settimane decisive per Accam. A pochi giorni dalla commissione con il presidente della società Angelo Bellora, lunedì sera il Consiglio comunale si è occupato nuovamente del futuro dell’impianto. In attesa dell’assemblea dei soci del 28 febbraio, che potrebbe essere preceduta da un Consiglio comunale straordinario tutto dedicato alla vicenda.

 

A portare nuovamente la vicenda in assise – davanti a un nutrito gruppo di cittadini borsanesi – è stata Claudia Cerini del Movimento 5 Stelle, che ha innanzitutto chiesto spiegazioni sulla mancanza di una polizza assicurativa per il locale turbine dell’inceneritore, fortemente danneggiato dall’incendio del 14 gennaio scorso. Alla consigliera pentastellata, che ha parlato di “responsabilità gravi”, il sindaco Emanuele Antonelli ha ribadito quanto anticipato in commissione dal presidente Bellora. Vale a dire che “la società è sprovvista di questa assicurazione dal gennaio 2016, quando il Cda decise di non rinnovarla, poiché allora la chiusura dell’impianto era prevista per l’anno successivo e pertanto si pensò di non investire 300mila euro. Se mi chiedete se hanno fatto bene o male, personalmente ritengo abbiano sbagliato”. La realtà, però, è questa e nel nuovo piano industriale la copertura è prevista e a breve dovrebbe partire la gara per trovare la compagnia assicurativa con cui sottoscrivere la polizza.

 

Ma i 5 Stelle hanno presentato anche una mozione sul futuro della struttura di Borsano, invitando il Comune a chiedere ad Accam di valutare una chiusura anticipata rispetto al 2027. Il testo è stato poi rinviato in vista del (possibile) Consiglio straordinario della prossima settimana, ma nella discussione è emersa tutta la criticità della situazione.

“Se fino a qualche tempo fa l’ipotesi di una chiusura anticipata era possibile, oggi capite bene che non è così – ha risposto Antonelli –. Accam chiede ai soci di rifinanziare la società per tre milioni di euro e non so cosa faranno i Comuni. Senza dimenticare che Busto deve anche decidere a proposito del contratto di affitto del terreno, che scade due anni prima rispetto allo spegnimento”.

 

Deciso l’intervento della leghista Paola Reguzzoni: “L’incidente ha solo accelerato le cose, ma il fallimento del piano industriale era già evidente”. Il problema, per l’esponente del Carroccio, sono i “soci che non hanno mai portato in Accam nemmeno una lattina” e che, più in generale, “non si sono mai messi d’accordo nemmeno sul colore della cancellata. Non si gestisce così una società pubblica. Ora un Comune come Busto non può esimersi dall’essere leader. Serve una decisione magari onerosa ma definitiva: spegniamo l’impianto, rifacciamo la società e poi ragioniamo sul futuro”.

“Il Partito Democratico ha sempre visto Accam come una risorsa – ha osservato il presidente dell’assise Valerio Mariani –. Ora però il rilancio della società appare impossibile. Ma bisogna tenere conto di tutti gli aspetti, vale a dire dell’ambiente, dei lavoratori e delle decisioni della Regione. E occorre anche che la maggioranza trovi la quadra e porti in Consiglio una proposta di delibera prima dell’assemblea del 28 febbraio”.

I tempi sono molto stretti, staremo a vedere.

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