C’è un aneddoto che rende l’idea dello sfregio compiuto col furto della mangiatoia e di Gesù bambino dal presepe di piazza Santa Maria. Era fine novembre quando le statue vennero posizionate dai volontari della Croce Rossa. Un lavoro, come sempre, portato a termine senza sottrarre un minuto agli altri, indispensabili servizi garantiti dal Comitato. Si veniva da una notte pesante, quella in cui Alessio Napolitano, 19 anni, aveva perso la vita in un incidente tra via Quintino Sella e via Isonzo. Fu un equipaggio Cri a tentare di salvargli la vita. E uno di quegli operatori, nonostante la durissima esperienza, il giorno dopo si presentò regolarmente in centro per sistemare statue e arredi. Un esempio di come l’impegno per la collettività richieda fatica, senso del dovere, capacità di andare oltre. Oggi si ha anche la dimostrazione di come basti poco per mortificare ciò che si costruisce con fatica e serietà.
Al danno, oltretutto, si aggiungono almeno due beffe. La prima: a pochi metri dal confine dell’allestimento c’è il cartello che avvisa della videosorveglianza attiva. Un deterrente, con ogni evidenza, non abbastanza efficace. La seconda: nei pressi del presepe c’è la cassetta con cui si raccolgono offerte per restaurare e mantenere in buone condizioni le statue.

«Il bambinello - ricostruisce, per il Comitato guidato da Giulio Turconi, Simona Sangalli - è stata benedetta ieri durante la messa che celebriamo, a Natale, nella nostra sede. Poi è stata posizionata nella mangiatoia, ben legata. Ci sarà rimasta due ore, più o meno. Siccome non era semplice rimuovere solo Gesù bambino, hanno portato via anche il giaciglio. Storico, era quello dei primi allestimenti, curati dalla leva del ’37. La notizia ovviamente sta girando e per loro, per quei coscritti, è un duro colpo. Oltretutto penso allo smarrimento dei bambini che si avvicinano al presepe e lo trovano privo della statua più importante».
Il dispiacere è profondo ma la rabbia, che pure sarebbe legittima, non prende il sopravvento. «In questi casi si fa presto – riflette la ex presidente del Comitato – a dare la colpa ai giovani. Ma al momento non abbiamo alcuna indicazione su chi sia stato. Speriamo nel ravvedimento del responsabile, o dei responsabili. Possono restituire quello che hanno preso, farlo ritrovare. Non necessariamente vicino al presepe, un luogo qualunque va bene».














