Non sono semplici criminali, ma veri e propri «attori», capaci di recitare un copione studiato nei minimi dettagli per fare leva sulle fragilità e sugli affetti più cari. È questo l'identikit del truffatore moderno tracciato dai Carabinieri della Compagnia di Busto Arsizio durante un partecipato incontro pubblico tenutosi giovedì pomeriggio a Borsano, all'interno dei locali del Gruppo Terza Età "Gioacchino e Anna" di via San Pietro.
A salire "in cattedra" per mettere in guardia la numerosa platea sulle insidie più comuni sono stati il Maresciallo Pucino e il Maresciallo Maggiore Giovanniello. L'obiettivo dell'iniziativa è chiaro: fornire strumenti pratici di difesa contro un fenomeno odioso che colpisce le fasce più vulnerabili della popolazione, entrando direttamente nelle loro case o attraverso il telefono.
Le tecniche del raggiro: dalla "cauzione" al finto tecnico
I militari hanno illustrato le dinamiche più frequenti, a partire dalla classica telefonata del "finto parente" o del "finto avvocato" che annuncia un grave incidente accaduto a un figlio o a un nipote.
«Sappiate che è impossibile che un operatore di polizia o un avvocato si metta in contatto con un familiare per chiedere denaro o una cauzione», ha spiegato il Maresciallo alla platea. «In Italia non esistono cauzioni per liberare le persone. Se vi chiedono denaro, c'è qualcosa che non va».
Il modus operandi è crudele e punta sull'isolamento della vittima: «Molto spesso vi tengono occupati, impedendovi di contattare il vostro caro e lasciandovi di fatto isolati», hanno spiegato i Carabinieri, sottolineando come l'ansia e l'urgenza siano le armi principali dei malviventi. «Vi diranno: "Prepara la busta, metta i soldi o i gioielli in un sacchetto". Voi dovete prendere tempo».
Non mancano i riferimenti ai falsi addetti del gas o dell'acqua, che simulano fughe pericolose o contaminazioni (a volte utilizzando fialette per ricreare odori acri) per convincere gli anziani a mettere al sicuro oro e contanti, spesso suggerendo di riporli nel frigorifero, per poi svaligiarlo indisturbati mentre la vittima è distratta.
Il consiglio chiave: rompere la catena
La strategia difensiva suggerita dall'Arma si riassume in una regola d'oro: interrompere l'azione e verificare. «Io stessa chiamo la caserma e chiedo: "Posso parlare col Maresciallo Pucino?". Perché appena ho ricevuto una chiamata, l'operatore della centrale mi dirà: "Signora, probabilmente c'è qualcosa che non va. Non fate nulla, stiamo arrivando"», è stato uno degli esempi portati dai militari per invitare i cittadini a usare il Numero Unico di Emergenza 112.
Inoltre, è stato ribadito un concetto fondamentale per abbattere il muro di silenzio che spesso segue questi reati: «Purtroppo capita, non vi dovete vergognare», hanno ribadito i Carabinieri, invitando a denunciare sempre.
La voce delle vittime: «Mi hanno detto che avevo rotto lo specchietto»
Particolarmente toccante e vivace è stato il momento del confronto con il pubblico, dove diversi anziani hanno preso la parola per raccontare le proprie esperienze dirette o sfiorate, dimostrando spesso una prontezza di spirito ammirevole.
Tra le testimonianze raccolte in sala, una signora ha raccontato di un tentativo di "truffa dello specchietto", un classico raggiro stradale: «Arriva uno e mi dice: "Mi ha rotto lo specchietto"», ha spiegato l'anziana, ricordando la dinamica. La sua reazione, però, è stata da manuale, rifiutando di pagare contanti sul posto: «No no, adesso facciamo la constatazione amichevole», ha risposto ferma al truffatore, che di fronte alla determinazione della donna ha preferito desistere.
Un'altra signora ha invece raccontato di come la diffidenza sia stata la sua salvezza quando sconosciuti hanno suonato alla sua porta: «Se vedo una persona che non mi piace, io non apro», ha sentenziato, confermando come la prudenza, in questi casi, non sia mai troppa. C'è chi ha ricordato episodi legati a richieste di dati sensibili o assicurativi, ribadendo l'importanza di non fornire mai informazioni personali a sconosciuti che si presentano sull'uscio.
L'incontro si è concluso con un invito a fare rete: parlarsi tra vicini, scambiarsi informazioni e, nel dubbio, chiamare sempre le Forze dell'Ordine.














