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Politica | 26 novembre 2025, 17:05

Rossetti rossi per la cultura del rispetto. Caruso: «Un gesto simbolico e risorse reali per rafforzare la rete provinciale nella tutela delle donne»

Artemide Aps dona rossetti alle associazioni del territorio per sensibilizzare e raccogliere fondi a sostegno dei centri antiviolenza

Rossetti rossi per la cultura del rispetto. Caruso: «Un gesto simbolico e risorse reali per rafforzare la rete provinciale nella tutela delle donne»

La donazione di rossetti rossi alle associazioni di Varese e provincia che si occupano di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne (Eva Onlus, Eos, Amico Fragile e Donna Sicura), come gesto di sensibilizzazione e occasione di raccolta fondi. Si tratta dell’iniziativa ‘La Cultura del Rispetto’, giunta alla terza edizione e promossa da Artemide APS in collaborazione con i centri antiviolenza.

Alla conferenza stampa di presentazione, che si è svolta a Daverio, ha partecipato l’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso. "Il ricavato dei Rossetti della Cultura del Rispetto – ha spiegato l’assessore, coinvolta fin dall’inizio nell’iniziativa – contribuirà a dare nuove risorse alle associazioni del territorio che potranno così essere ancora più incisive nelle situazioni di disagio e sofferenza. È anche un gesto simbolico che richiama l’importanza del rispetto e della dignità di ogni donna".

"Nel 2024 – ha ricordato Caruso – 513 donne sono state prese in carico dai centri antiviolenza del territorio della provincia di Varese. Dei 16 femminicidi avvenuti in Lombardia, 2 si sono verificati proprio qui. Regione Lombardia ha scelto di investire in modo concreto: oltre 1 milione di euro per la rete di Varese e 887.000 euro per quella di Busto Arsizio. Le due reti antiviolenza rappresentano oggi una delle esperienze più solide in Lombardia".

"Un altro pilastro fondamentale – ha aggiunto – è quello educativo. La cultura gioca un ruolo decisivo: è lì che nascono il linguaggio e la qualità delle relazioni. Per questo è necessario sempre più che musei, biblioteche, teatri, scuole e associazioni diventino attori attivi nella prevenzione. La provincia di Varese può essere, in questo senso, un vero e proprio ‘laboratorio lombardo’. Regione sarà al suo fianco con una visione chiara: non un passo indietro nella difesa delle donne".

c. s.

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