«Questa non è una legge di semplificazione, è una legge di complicazione semplificata – ha dichiarato l’On. Antonio Ferrara (Movimento 5 Stelle, Commissione Attività Produttive) durante la discussione generale alla Camera – Voi dite che snellisce la burocrazia, ma in realtà state dimagrendo la democrazia. La storia di questo Paese ci insegna che ogni volta che la destra dice “semplifichiamo”, qualcuno ci guadagna troppo e qualcun altro ci perde sempre. E a perderci sono, come sempre, i cittadini comuni, le piccole imprese e i lavoratori».
Ferrara ha denunciato come il Governo parli di efficienza solo per costruire scorciatoie per pochi privilegiati, trasformando la semplificazione in un alibi per ridurre i controlli e ampliare le deroghe.
«Dietro la parola rapidità – ha spiegato – si nasconde una rete di eccezioni, corsie preferenziali e margini di arbitrio che consentono a chi è vicino al potere di aggirare le regole. È la solita Italia a due velocità: mentre un piccolo artigiano o un’impresa del Varesotto resta impigliata tra carte, portali e ritardi, gli amici del Governo trovano la via libera in un attimo».
Un esempio emblematico è l’articolo 1 del disegno di legge, che riduce da dodici a sei mesi il tempo entro cui la Pubblica Amministrazione può annullare d’ufficio un atto illegittimo: «Così – ha osservato Ferrara – se qualcuno ottiene un vantaggio con un errore, una spintarella o una firma distratta, dopo sei mesi diventa intoccabile. Questa non è semplificazione, è legalizzazione dell’abuso».
Ferrara ha poi criticato l’impianto della cosiddetta “digitalizzazione” contenuta nel provvedimento: «Non c’è nessuna infrastruttura comune, nessun piano di interoperabilità, nessun modello unico di accesso ai servizi. La vostra digitalizzazione è la versione 2.0 del timbro cartaceo: avete preso la vecchia burocrazia analogica e l’avete caricata su un server».
«Il Movimento 5 Stelle – ha concluso Ferrara – non si oppone al cambiamento, lo pretende. Ma non accetteremo mai che dietro la parola “semplificazione” si nasconda la più antica delle complicazioni: l’amicizia al potere. La nostra idea è diversa: semplificare significa rendere lo Stato leggibile, non invisibile; mettere la tecnologia al servizio della giustizia, non del favore; eliminare le zone grigie dove crescono corruzione e clientelismo. La vera semplificazione è quella che restituisce tempo, non potere».














