Il tempo uggioso non fa da alibi, in questo caso: lo è quasi da contratto, per i primi giorni di novembre, quelli che fanno respirare l'autunno e la malinconia legata al ricordo dei defunti.
Questa mattina, verso le dieci, chi arrivava al parcheggio della parte vecchia del cimitero principale di Busto Arsizio trovava un certo fermento (complice anche la cerimonia del 4 novembre). Per chi invece si dirigeva verso la zona nuova, uno spettacolo che colpiva: l'ampio prato in cui il Comune aveva delimitato gli spazi con i nastri per consentire a tutti di parcheggiare in ordine, era completamente vuoto. Naturalmente nel corso della giornata non è sempre stato così. Ma il movimento degli anni passati, è ormai un ricordo ben lontano.
Sembra di parlare di un'altra era geologica, ma fino a qualche anno fa arrivare all'inizio di viale Sicilia significava mettersi pazientemente in coda e una volta approdati al cimitero la caccia al posteggio era problematica.
Oggi, di pieno c'erano altri parcheggi. Alla stessa ora, ad esempio, quelli di alcuni centri commerciali.
E non è che si possa dire che l'afflusso record di visitatori si fosse registrato ieri, perché dal Comune confermano che non è così: tanta gente, ma non come in passato. Lo stesso Comune che deve ripensare con molta attenzione al futuro dei cimiteri cittadini, a partire dal principale.
Tra loculi non rinnovati, tombe abbandonate, tendenza alla cremazione e a volte alla dispersione delle ceneri (LEGGI QUI), l'attuale concezione del camposanto è cambiata, come è mutato è l'atteggiamento delle generazioni verso questo luogo e l'omaggio ai defunti. Che non appare più un rito, anche sociale. Prima, il 2 novembre era anche un momento di ritrovo con altri parenti, amici, che si incontravano tra le tombe. Intanto si parlava, ci si aggiornava sull'evoluzione familiare, si condividevano i ricordi.
Adesso, questa abitudine sembra via via essersi dissolta. I fiori sulle lapidi, spesso nei giorni precedenti, o una preghiera rapida, poi via. A fare la spesa, a bere un caffé o a chiudersi in casa in un'umida giornata di novembre.














