La discussione su Gaza è giunta a Palazzo Gilardoni solo all’indomani del rilascio degli ostaggi israeliani, della liberazione dei prigionieri palestinesi e del discorso alla Knesset del presidente statunitense Donald Trump sull’accordo di pace da lui promosso. Un accordo arrivato prima della trattazione della mozione presentata (lo scorso 18 settembre) da Partito Democratico e Progetto in Comune.
Ecco che allora, questa sera, la riunione congiunta delle commissioni Affari generali e Cultura si è aperta con “l’invito” del sindaco Emanuele Antonelli a ritirare il testo. «Dopo quello che, grazie a Dio, è successo, la vostra mozione è molto superata – ha detto rivolgendosi ai dem –. Se non volete ritirarla, io non parteciperò, perché la discussione diventa politica. Non la prendo in considerazione come mozione».
Alla fine il documento è stato discusso. E bocciato, sebbene Antonelli si sia detto a favore del riconoscimento dello stato di Palestina, uno dei punti contenuti nella mozione.
Le richieste del Pd
Ma che cosa chiedeva il testo del Pd? Di intervenire, come sindaco e Consiglio, affinché il governo riconosca lo stato di Palestina; di avviare, attraverso le politiche comunali della cultura e dell’istruzione, una serie di iniziative atte a promuovere la conoscenza del diritto internazionale, lo spirito di pace ed il dialogo interculturale. E, infine, di promuovere una concreta collaborazione sia con le Ong umanitarie, sia con il progetto governativo “Food for Gaza”.
Dopo la presa di posizione del sindaco, il capogruppo dem Maurizio Maggioni ha spiegato di voler «portare argomentazioni finalizzate all’esigenza che il Comune assuma un ruolo in quello che oggi è un processo di pace, promuovendo consapevolezza con politiche culturali e di formazione sulla questione mediorientale e anche sul problema dell’antisemitismo. Lo abbiamo sottolineato in una fase diversa da quella di oggi, ma per noi il Comune può comunque dire la sua, promuovendo una conoscenza approfondita della situazione su cui è attento anche il mondo giovanile». Sul tema c'è anche un'istanza di alcune realtà antifasciste che non è arrivata in assise poiché nessuno l'ha fatta propria.
La posizione del sindaco
La collega del Pd Cinzia Berutti si è concentrata sulla promozione della pace («Siamo a pochi metri dal Tempio civico a questa dedicato»), poiché, ha detto, «il sindaco ha fatto capire che il punto sul riconoscimento della Palestina non è concepibile da questa amministrazione».
Ma Antonelli ha tenuto a precisare che «io voglio che venga riconosciuto lo stato palestinese, e non voglio che venga toccato nessun bambino. È ovvio e naturale, ma non serve una mozione per “istruire” ministri e premier. Vorrei anche che Hamas sparisse dalla faccia della Terra e che Israele venisse riconosciuta dai paesi arabi. Oggi la mozione è inutile. Per voi è politica, discutiamola ma io non la voto». In passato Antonelli e Berutti si erano già trovati d’accordo sulla vicinanza al popolo palestinese.
E se l’assessore alla Cultura Manuela Maffioli ha assicurato massima apertura al confronto, giudicando però riduttivo nonché uno scarso riconoscimento di quanto fatto finora individuare sfere di azione attorno alle quali portare specifici eventi, i consiglieri di maggioranza hanno alzato un muro, ritenendo inopportuno votare oggi la mozione alla luce degli ultimi eventi. E molti hanno accusato i dem di voler mettere una «bandierina».
Nessuna intesa
Tranchant Massimo Rogora (Fratelli d’Italia): «Voterò contro perché io voglio lavorare per la mia patria. Mi spiace che prendiate posizione facendo scioperi in momenti sbagliati. La pace fortunatamente sembra sia arrivata, senza manifestazioni, senza distruggere stazioni o impedendo alla gente di lavorare. State strumentalizzando la situazione, fatelo anche per le altre guerre».
Tutti d’accordo con le parole del sindaco, da Marco Lanza (Forza Italia) a Orazio Tallarida (FdI) a Vincenzo Marra (Lega), con quest’ultimo che ha anche contestato gli episodi di violenza nelle manifestazioni. E i treni bloccati, come è accaduto anche a Busto.
Il forzista Gigi Farioli, «filoisraeliano fino al midollo», ha riconosciuto la buona fede degli «amici del Pd» e l’equilibrio della mozione. Inopportuno però, anche per lui, discuterla oggi.
Diverso il giudizio del capogruppo di FdI Paolo Geminiani, che ha parlato di «mozione non ricevibile». A suo dire, come nelle manifestazioni pro-Pal a cui ha assistito, c’è di fondo una contestazione al governo Meloni (e in questo caso al governo cittadino), che si ritiene non stia facendo abbastanza.
Alla fine la discussione c’è stata, è durata un’ora e si è conclusa con la bocciatura della mozione, col voto contrario della maggioranza e di Emanuele Fiore del gruppo misto.