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Economia | 02 ottobre 2025, 08:43

Living: come Boomer, Millennial e Gen Z arredano casa in modo completamente diverso

Cambia il tempo, cambiano i gusti, cambiano le mode. Eppure, nel profondo, resta un punto fermo: anche se la vita ci porta altrove, la casa è (e resta) il nostro centro di gravità permanente.

Living: come Boomer, Millennial e Gen Z arredano casa in modo completamente diverso

Oggi più che mai, però, il modo di abitare racconta chi siamo. E se è vero che ogni generazione ha scritto la sua storia tra le mura domestiche, mai come adesso le differenze sono così nette, visibili, quasi antropologiche. Dai Boomer ai Millennial fino alla Gen Z, la casa è diventata uno specchio delle nostre aspirazioni, dei nostri limiti, delle nostre fragilità. Un manifesto silenzioso di ciò che sogniamo e di ciò che possiamo permetterci.

Ma cosa ci spinge davvero a scegliere un divano anziché un altro? E perché, di fronte allo stesso spazio, Boomer, Millennial e Gen Z vedono mondi completamente diversi? Analizziamo quali sono le preferenze, i desideri e le strategie con cui le diverse generazioni stanno ridisegnando il loro modo di abitare. Perché, in fondo, raccontare come arrediamo è un po' come raccontare chi siamo diventati.

Boomer: la casa come status, l'arredo come investimento

Per i Boomer, la casa è ancora il grande traguardo, il simbolo di una vita costruita mattone dopo mattone. Il loro modo di abitare è figlio di un'epoca in cui la stabilità era possibile e, soprattutto, desiderabile. La casa è solida, spesso acquistata con sacrificio, e l'arredo rispecchia questo valore: mobili in legno massello, librerie su misura, credenze ereditate o commissionate ad artigiani. Ogni pezzo ha un peso, una storia, una presenza.

Il design per i Boomer non è mai stato una questione di moda, ma di funzionalità e rappresentanza. L'estetica è classica, rassicurante, fatta di simmetrie e materiali duraturi. Il soggiorno resta il cuore della casa, il luogo della socialità formale, mentre la cucina -- spesso separata -- è il regno dell'operatività. La divisione degli spazi è netta, funzionale, gerarchica.

Oggi, molti Boomer si trovano a ripensare i propri spazi: i figli se ne sono andati, le metrature si fanno grandi, e la tentazione di alleggerire -- di cedere il passo a una maggiore comodità -- si fa sentire. Ma il legame con l'arredo resta forte, quasi identitario. Per loro, cambiare mobili non è solo una questione estetica, ma un cambiamento di paradigma.

Millennial: flessibilità, funzionalità e un pizzico di design

I Millennial hanno ereditato una casa diversa, più precaria, più mutevole. Hanno vissuto l'infanzia tra mobili solidi e spazi definiti, ma la vita adulta li ha costretti a reinventare tutto: affitti, traslochi, spazi ridotti e budget limitati. Per loro, la casa è un cantiere aperto, un work in progress continuo.

L'arredo millennial è flessibile, modulare, spesso economico. Ikea ha fatto scuola, ma non è l'unica risposta. La ricerca di autenticità spinge verso il second hand, il vintage, il recupero creativo. Il design diventa accessibile, ma anche mescolato, ibrido, frutto di scelte pragmatiche e affinità estetiche. Il living si trasforma: diventa open space, ingloba la cucina, si adatta al lavoro da remoto e alle cene tra amici.

La funzionalità è tutto, ma non basta. I Millennial cercano anche bellezza, identità, storytelling. Un tavolo deve essere resistente, certo, ma anche instagrammabile. Le sedie non devono per forza essere tutte uguali. La casa è un rifugio, ma anche un palcoscenico: deve raccontare chi sei, ma senza sforzo. Il risultato è un mix eclettico, dove il comfort incontra l'estetica, e il low cost convive con il pezzo di design.

Ecco perché oggi, quando si tratta di acquistare mobili e complementi d'arredo, i Millennial si affidano sempre più spesso agli store digitali. Piattaforme come l'ecommerce di Deghi hanno saputo intercettare questa esigenza, offrendo un mix di stile, praticità e accessibilità che parla direttamente alla loro visione dell'abitare.

Gen Z: creatività radicale e dopamine decor

La Gen Z è nata in un mondo dove tutto è fluido: identità, lavoro, relazioni. La casa non fa eccezione. Per loro, lo spazio domestico è un'estensione del sé, un luogo da trasformare continuamente, senza regole e senza confini. Non avendo ancora maturato un'idea di proprietà stabile, abitano spesso in spazi condivisi, stanze in affitto, appartamenti temporanei. 

Eppure, la loro creatività è travolgente. Arredano con quello che trovano: mercatini, marketplace online, oggetti recuperati per strada. Il vintage è una scelta estetica, ma anche politica: riciclare, riusare, dare nuova vita a ciò che è stato scartato. La sostenibilità non è solo un trend, ma un manifesto.

La casa della Gen Z è colorata, ironica, piena di contrasti. Il minimalismo millennial viene abbandonato a favore di un maximalismo giocoso e irriverente. Si parla di "dopamine decor": arredi e accessori pensati per stimolare la felicità, l'energia, la creatività. Specchi dalle forme strane, tappeti psichedelici, poster vintage e luci LED. Tutto è lecito, purché sia unico, personale, Instagram-friendly.

La tecnologia è parte integrante dello spazio: speaker smart, luci controllabili da app, postazioni gaming. La casa è un set, un luogo da filmare, condividere, trasformare in contenuto. Eppure, dietro questa estetica giocosa, c'è una consapevolezza profonda: abitare è un atto creativo, un modo per affermare la propria identità in un mondo incerto.

Il living come specchio del tempo

Il living è sempre stato il cuore pulsante della casa, ma oggi più che mai si fa specchio delle trasformazioni sociali, culturali ed economiche. Ogni generazione lo interpreta a modo suo, portando avanti valori, sogni e fragilità che raccontano molto più di quanto sembri.

Per i Boomer, il living resta uno spazio di rappresentanza, un luogo dove accogliere gli ospiti e mostrare il proprio percorso. Per i Millennial, diventa un hub multifunzionale, capace di adattarsi a mille usi diversi. Per la Gen Z, è un laboratorio di creatività, un luogo dove sperimentare, cambiare, giocare.

Eppure, nonostante le differenze, c'è un filo rosso che unisce tutte queste visioni: il desiderio di sentirsi a casa, di trovare uno spazio che ci somigli e ci accolga. In un mondo che cambia velocemente, il living resta un punto fermo, un luogo dove ritrovare un po' di equilibrio. Che sia arredato con mobili antichi o con oggetti di recupero, con pezzi di design o con creazioni fai-da-te, il living è il nostro specchio: ci racconta, ci protegge, ci ricorda chi siamo.









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