Nel derby contro il Novara, finito con un preziosissimo pareggio in doppia inferiorità numerica, l’altra faccia dell’orrore - oltre a una direzione di gara a dir poco discutibile - è stata il terreno di gioco dello stadio “Carlo Speroni” di Busto.
Diciamolo senza giri di parole: non è un campo adeguato. Anzi, è un ostacolo concreto per una squadra che prova, secondo le idee di mister Greco, a proporre calcio. Eppure, in mezzo alle zolle sconnesse dello “Speroni”, qualche segnale positivo in casa Pro Patria c’è, oltre il punto conquistato.
I “più” del derby non sono pochi.
La garra, il carattere, lo spirito: in nove contro undici, la Pro Patria ha mostrato un’anima riconoscibile, battagliera, compatta.
L’approccio alla gara: decisamente diverso rispetto alle prime tre uscite. Complice l’esperienza di Masi dietro (purtroppo non ci sarà domenica prossima a Vicenza), la squadra è sembrata più consapevole, meglio “preparata” alle scorribande degli avversari.
E poi c’è William Rovida: il portiere criticato, ieri protagonista. Una prestazione da 7 pieno in pagella: sicuro nelle uscite, decisivo due volte nel primo tempo, attento (e pure fortunato) nel finale. Finalmente, sugli scudi.
Ma non si può ignorare ciò che non funziona. E se l’arbitro Iannello - protagonista in negativo con decisioni discutibili, viste anche da Orsato in tribuna - era solo di passaggio a Busto, il vero problema quotidiano della Pro Patria è il campo dello “Speroni”.
Con un terreno così, giocare a calcio è complicato. Farlo bene è quasi impossibile. La palla non scorre: rimbalza, sobbalza, sembra posseduta da un coniglio. Distrugge ogni tentativo di costruzione dal basso, manda in ansia i difensori (vedi Reggiori, subito in affanno e costretto ad abbandonare l’idea di uscire palla al piede già dopo pochi minuti del derby di ieri) e spegne sul nascere ripartenze potenzialmente decisive, come quella di Citterio nel secondo tempo, fermato non da un avversario ma da una zolla maledetta (foto Galbiati).
Ieri il campo, brutto, era lo stesso per entrambe le squadre: vero. E il Novara, nella prima ora di gioco, ha fatto di più, fino a quando la doppia espulsione contro i tigrotti non ha stravolto l’equilibrio della partita. Ma c’è una differenza sostanziale: gli avversari ci passano una volta all’anno, si adattano e via. La Pro Patria, invece, su quel terreno deve conviverci e costruire una classifica. E pure le idee di mister Greco rischiano di naufragare nella terra smossa dello “Speroni”.
Un problema serio, che - a quanto pare - non avrà soluzioni né semplici né immediate. E con la stagione fredda alle porte, il peggio deve ancora venire.
Intanto, domenica si va a Vicenza, una delle favorite del girone, senza due pedine fondamentali come Masi e Giudici. Un altro “meno” pesante, che porta la firma dell’arbitro. Eppure, questa squadra ha mostrato qualcosa. Una scintilla, compattezza e grande spirito nelle difficoltà. Ed è già un merito non da poco.