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Storie | 12 agosto 2025, 08:00

VIDEO e FOTO. Quella colata improvvisa che irrompe nella caletta incontaminata di Minorca. Disastro ambientale? No, spettacolo della natura

Cartolina dalla vacanza di un varesino alle Baleari invase da turisti della nostra provincia e della Lombardia (non c'entrano solo i prezzi, c'è molto di più a far sì che la Romagna e la Liguria che vivevamo da bambini si siano spostate un po' qui): domenica scorsa si è temuto il peggio quando l'arena turchese protetta da pietre calcariche e pinete di Cala Trebaluger è stata invasa da un fiume che ha travolto l'argine sabbioso. E invece...

La caletta incontaminata di Trebaluger a Minorca prima (a sinistra), durante l'irruzione del fiume che travolge l'argine e dopo qualche minuto (a destra): l'acqua da turchese è verde. Sotto in gallery le immagini prima, durante e dopo il fenomeno che ha fatto temere il peggio a tanti turisti, anche italiani e varesini

La caletta incontaminata di Trebaluger a Minorca prima (a sinistra), durante l'irruzione del fiume che travolge l'argine e dopo qualche minuto (a destra): l'acqua da turchese è verde. Sotto in gallery le immagini prima, durante e dopo il fenomeno che ha fatto temere il peggio a tanti turisti, anche italiani e varesini

MINORCA - Una delle calette incontaminate dell'isola di Minorca, che è una delle patrie delle insenature più belle del Mediterraneo, è stata attraversata da un fenomeno che ai presenti, tra cui moltissimi italiani (qui ad agosto vanno per la maggiore, soprattutto lombardi e varesini), è parso di primo acchito un disastro naturale ma che si è poi rivelato per quello che è: uno spettacolo della natura.

Cala Trebaluger, nascosta tra rocce, pietra calcarica e pinete a picco sul mare, è raggiungibile - come le sue tante "sorelle" dell'isola - soltanto a piedi dopo uno dei percorsi più tortuosi e maestosi, con una scalata iniziale e finale che, qui, spiegano bene così: «Non penserete di farcela in infradito?». 

Inviolata e meno famosa di Cala en Turqueta, Cala Macarella o Cala Mjtiana - da cui parte uno dei due sentieri per raggiungerla, l'altro inizia da cala Binigaus - Cala Trebaluger domenica scorsa appariva prima delle 12 per quello che è e che vedete nelle immagini: una conca di acqua turchese o - di più - un'arena bianca caraibica raggiunta appena da una trentina di avventurosi, ovviamente con ombrelloni in spalla e pranzo al sacco (pensare a chiringuiti o strutture attrezzate quaggiù sarebbe un pugno nello stomaco, può giusto capitare di essere raggiunti da qualche minorchino con un carrello di ananas e cocco).

Quando a "inquinare" l'azzurro turchese è all'improvviso piombata in acqua una fenomenale colata verde capace di divorarsi la piccola barriera sabbiosa che divide la baia dal fiume del barranco di Son Fideu, per i presenti è stata una pugnalata: la schiuma, l'odore e i gorghi dovuti all'impatto dell'acqua fredda del fiume con quella calda del mare, oltre alla presenza di due canoe al di là della barriera che parevano avere involontariamente "scavato" la sabbia e provocato l'irruzione del canale, hanno fatto pensare al peggio e al disastro in quella caletta che fino a un istante prima appariva come sovrannaturale nella sua purezza e nel suo candore. 

Cala Trebaluger non sarebbe stata più la stessa? Sì, per qualche ora o forse qualche giorno, al di là della fuga dei presenti e dell'arrivo di gamberi di fiume grandi quanto tartarughe nell'arena sabbiosa. Poco a poco, infatti, il mare ha riconquistato il suo posto, invadendo e risalendo il corso d'acqua. Così come l'azzurro, che a Minorca è la prosecuzione del mare nel cielo, e viceversa. Se il mondo fosse caduto dall'alto, sicuramente l'avrebbe fatto qui.

Ps: perché Minorca, le Baleari e in generale la Spagna portano via varesini, lombardi e italiani alle mete dell'estate italiana, al di là dell'inflazionato e troppo strombazzato paragone tra i prezzi (qui due lettini e un ombrellone costano circa 25 euro, più della media della penisola iberica dove si scende di molto alle Canarie e in Andalusia, ma siamo in un'isola particolare, un po' più cara, fatta di calette libere e senza stabilimenti balneari)? A fare la differenza sono l'organizzazione, la semplicità, la pulizia, l'ordine, il decoro e la capacità di fare rispettare le regole a tutti (banditi o multati disturbatori e maleducati d'ogni provenienza). Tutto è ridotto all'osso e all'essenziale, ciascuno ha il suo spazio, funzionano le piccole cose (le indicazioni turistiche, i cartelli stradali, i trasporti hotel-spiaggia, l'accoglienza per famiglie e bambini come quella per anziani, che una volta erano un imbattibile must tricolore-romagnolo) come quelle grandi. Insomma, si ha la sensazione di essere un passo avanti ma anche di tornare bimbi. Come se fossero riusciti a spostare la Romagna e la Liguria, copiandole al meglio e riuscendo a farci sentire a casa più di quanto ci capiti di esserlo a casa. E se adesso toccasse a noi sentirci meno insuperabili e dover imparare qualcosa?

Andrea Confalonieri

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