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Busto Arsizio | 27 luglio 2025, 07:30

Busto, la pastasciutta antifascista fa 16: «Facciamo sentire la nostra voce per la pace»

In via Pozzi si è tenuto l’appuntamento che ricorda la caduta di Mussolini e i successivi festeggiamenti a base di pasta a Campegine. Tante le associazioni presenti, assente invece don Andrea Florio, per evitare di essere considerato “di parte”

Si è svolta ieri sera, 26 luglio, nel cortile di via Pozzi 3, la sedicesima Pastasciutta antifascista in memoria dei fratelli Cervi organizzata dal Comitato antifascista di Busto Arsizio, ma con una differenza rispetto al programma previsto. Alle 20 don Andrea Florio avrebbe dovuto parlare sul tema “Valori universali e contesti locali”. Invece il prelato non è arrivato.

La pastasciutta antifascista

«Nel 2008, a seguito dell’aggressione verbale ad Angioletto Castiglioni, avvenuta nell’indifferenza generale – spiega Giuliano Troiani del gruppo organizzatore - abbiamo deciso di ricostruire il Comitato antifascista».

Dopo due anni è arrivata la Pastasciutta antifascista per ricordare quanto avvenuto il 25 luglio 1943 quando Mussolini venne destituito e, per festeggiare, i Cervi offrirono la pasta agli abitanti di Campegine. Busto Arsizio è la terza città in Italia ad aver proposto l’iniziativa.

«Siamo orgogliosi di essere arrivati a 16 edizioni, – dice Troiani – nemmeno durante il Covid ci siamo fermati: allora avevamo proposto il pic nic antifascista al Parco Alto Milanese». La pastasciutta viene organizzata, spiega, nell’ottica della condivisione tant’è che sono diverse le realtà che ogni anno prendono parte all’evento.

Le associazioni

All’iniziativa hanno partecipato Alcobas – sindacato di classe, l’Anpi provinciale di Varese, il Circolo Laudato Sì Busto Arsizio “San Francesco”, l’Unione degli studenti di Busto Arsizio, Adl sindacato di base, People, Il quadrifoglio di Busto Arsizio, Rete antifascista militante della provincia di Varese, il Comitato varesino per la Palestina, la Rete antifascista Altomilanese, Mediterranea Varese e il gruppo bustocco di Emergency.

Mentre gli astanti si dedicavano all’aperitivo, esponenti delle associazioni hanno preso la parola. Tra i temi toccati, l’antifascismo, i diritti, la solidarietà, l’immigrazione, la guerra, e poi Gaza e la Palestina (la cui bandiera era appesa insieme al tricolore).

«La lotta antifascista va continuata  - ha affermato Ester De Tomasi, presidente di Anpi provinciale di Varese - specialmente in questi momenti in cui i fascisti stanno rialzando la testa. Io sono figlia di partigiano combattente e deportato e assolutamente non devo dimenticare e far dimenticare».

E ancora, guardando alla situazione globale, ha aggiunto: «Dobbiamo far sentire la nostra voce contro la guerra e per la pace».

Il messaggio di don Andrea Florio

Nonostante l’assenza, il prelato ha voluto inviare un proprio testo agli organizzatori, in cui ha sottolineato come “l’antifascismo è un patrimonio comune”.

«Io mi scuso immensamente per la mia assenza di stasera – è stato letto – ma ho ritenuto che non fosse opportuno che venissi poi considerato di parte. È una cosa terribile questo pensiero ma purtroppo si ritiene che un prete non possa partecipare ad eventi di questo tipo perché “politici”. Lottiamo insieme – ha aggiunto – per superare queste logiche, non tanto della Chiesa, ma della società in cui viviamo».

Una mostra e un libro

Nel cortile di via Pozzi c’è stata anche la possibilità di vedere la mostra su Peppino Impastato e di assistere alla presentazione del libro “L’erba dei conigli” di Massimo Aspesani e Milly Paparella sulla storia vera di una staffetta partigiana di Busto Arsizio, Alberto Mereghetti.

Mariagiulia Porrello

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