Rumori molesti e odori di cucina prolungati, di giorno come di notte, musica ad alto volume, frequentatori alterati dall’alcol che sciamano per strada, sporcano, qualche volta litigano tra loro: è un cahier de doléance articolato quello presentato nei giorni scorsi agli uffici di Palazzo Gilardoni. I destinatari sono innanzitutto sindaco, vice, assessore al commercio e Polizia locale a Busto Arsizio. Il documento è stato sottoscritto da un’ottantina di residenti in via Indipendenza e nelle strade limitrofe. Un numero considerevole, anche perché, fa presente una delle principali promotrici, «…abbiamo portato la nostra iniziativa nella maggior parte dei condomini presenti in zona ma non in tutti. Quindi è probabile che altre persone firmerebbero volentieri».
Al centro delle lamentele, un ristorante etnico che si è insediato nella traversa di viale Cadorna. Una convivenza, quella tra l’attività e gli abitanti dei palazzi vicini, a dir poco problematica. I firmatari dell’esposto lamentano «…quanto già molte volte, in molti modi scritti o verbali, singolarmente o congiuntamente espresso ad una o più delle entità in indirizzo e/o interessate al buon ordine pubblico». E le lamentele riguardano la gestione del locale quanto il comportamento degli avventori all’esterno.
Fra i punti elencati: musica «…a livelli che certamente esulano da ogni norma vigente dato che, per quanto noto, l’esercizio non è titolare di licenza per musica/intrattenimento musicale»; rumore dovuto alle attività in cucina in piena notte; finestre e porte aperte sul retro del locale con emissioni sonore mai contenute; odori di cucina di primo mattino o alle ore piccole della notte; sversamenti di vetro dai bidoni a uso interno ai contenitori in cortile a qualsiasi ora. Disturbi che, agli attuali livelli, non si verificavano con l’attività precedente a quella di più recente insediamento. Ma i residenti pongono anche altre questioni: : risse, persone alterate che si assopiscono o ciondolano nelle vicinanze, bisogni corporali sul marciapiede, sporcizia sulla via derivante da incarti di cibo e contenitori di bevande, vociare all’esterno del locale, auto parcheggiate senza contrassegno nei posti riservati a persone con disabilità o comunque lasciate in posizioni scomode.
«Sono mesi che chiediamo incontri con il sindaco, che ci sentiamo dire (da inizio dicembre 2024) che sarebbe stato collocato un apparecchio rilevatore di Arpa per rumori e odori». Ancora: «Riconosciamo un parziale beneficio della imposizione comunale per la chiusura dell’esercizio alle ore 23.00 (...) . Peraltro ora la limitazione di orario è decaduta (metà maggio)».
«Le firme raccolte, per la precisione 79, – concludono i promotori – indicano che il disagio è reale e diffuso. Vogliamo tornare a vivere nella tranquillità caratteristica della zona in cui abbiamo investito tanto denaro per acquistare la nostra casa».
E il ristorante che dice? Sostanzialmente ammette lamentele legate agli orari e al comportamento di alcuni clienti ma aggiunge che la situazione è cambiata e che adesso è molto più tranquilla: «Lavoriamo per il pranzo e la cena, il locale chiude al massimo alle 23.30. Anche più presto. È vero, gli orari prima erano diversi. Abbiamo anche ricevuto visite della Polizia Locale e dei Carabinieri, ci siamo presi una multa salata. Abbiamo pagato e adesso le cose vanno diversamente. La Polizia Locale passa ancora da queste parti e anche abbastanza spesso ma è da un po’ che non ci sono problemi. Vogliamo continuare così».
Le verifiche sul campo saranno, inevitabilmente, chiarificatrici.