Sull'azione di protesta di ieri a Sesto Calende, con alcune attiviste salite sul tetto dell'ingresso dello stabilimento di Leonardo per scrivere "Produce genocidio" sul cartello recante il nome aziendale e posizionare la bandiera "Palestina libera", interviene don Luciano Andriolo, prevosto di Sesto.
Ecco il suo intervento.
Se può essere discutibile la forma e il metodo con cui i si è espressa questa dimostrazione di protesta, resta il fatto che ciò che sta accadendo a Gaza, come tante volte Papa Francesco aveva denunciato e ora anche Papa Leone, è qualcosa di assolutamente disumano e inaccettabile, che va contro i diritti umani più elementari.
Solo una opinione pubblica più coraggiosa e condivisa può arginare una modalità antistorica di affrontare le tensioni e i conflitti in atto, che spesso lo sappiamo bene nascondono interessi economici enormi, dei quali a pagare il prezzo più alto sono le popolazioni civili e soprattutto i poveri.
Una autentica coscienza cristiana non può tacere e non può non prendere una posizione per la quale non è sufficiente parlare di pace senza considerare che non ci sarà mai pace senza giustizia. E la giustizia, per definizione, non può che essere per tutti. Tanto più ad esistere come persone e come popoli.
Don Luciano Andriolo, prevosto di Sesto Calende