Dai silenzi della montagna al brusio di accenti nordici: il rifugio Santino Ferioli torna a essere crocevia internazionale di passaggi, incontri e nuovi inizi.
Una stagione che riparte con il piede giusto
Dopo due anni segnati da incertezze, maltempo e strascichi delle alluvioni, finalmente sul rifugio Ferioli si respira un’aria diversa. L’estate 2025 è iniziata con una marcia in più: clima stabile, presenze in aumento e, soprattutto, una forte ondata di stranieri che scelgono questo angolo di Valsesia per immergersi nella vera montagna italiana.
«Quest’anno è partito tutto alla grande», racconta con entusiasmo Alessandra Bellinazzi, presidente del Cai di Olgiate Olona, sezione proprietaria del rifugio. «Finalmente una stagione distesa, serena. E la presenza straniera è davvero imponente, mai vista così».
Il fascino internazionale del rifugio Ferioli
Tedeschi, austriaci, belgi, francesi, perfino escursionisti dai paesi scandinavi. Il rifugio Ferioli, a 2264 metri sul sentiero Gta tra Alagna e Rima, è diventato una meta ambita dai camminatori del nord Europa. Sono abituati alla montagna, preparati, rispettosi e assetati di autenticità. Non vengono solo per pernottare: vogliono vivere l’esperienza, passo dopo passo, fiato dopo fiato.
«Gli stranieri fanno il Gta, percorrono l’arco alpino con metodo e passione», spiega Bellinazzi. «A settembre aspettiamo un gruppo di dieci tedeschi. Ma in generale, il rifugio quest’anno sembra parlare più tedesco che italiano».
Giovani in quota: il futuro comincia qui
Al Ferioli si respira anche un altro tipo di energia: quella dei giovani. C’è chi arriva grazie ai percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto), quindi per motivi scolastici, aiuta nei servizi, mantiene in ordine la sala pranzo, pulisce, impara. Non fa attività a rischio, ma respira il senso di comunità e il valore della montagna.
«Alla fine sono sempre soddisfatti», dice Bellinazzi. «Ma serve un ricambio. Noi cinquantenni non possiamo fare tutto per sempre. C’è un gap generazionale che dobbiamo colmare, e questi giovani sono la nostra scommessa migliore».
Un rifugio che aggrega, oltre i confini
Il Ferioli non è solo un punto d’appoggio per escursioni impegnative – come la salita al Monte Tagliaferro (mille metri sopra, montagna severa e da non prendere alla leggera) o al Corno Mud – è anche un luogo che aggrega. Dei 400 soci del Cai Olgiate Olona, circa 60 gravitano attivamente attorno al rifugio. Ma non sono solo volontari della sezione: il Ferioli è un magnete, attrae persone da fuori, da altri club, da altre regioni, da altri paesi.
Si viene qui anche solo per gustarsi il panorama dal “belvedere”, terrazza naturale affacciata sulla parete sud-est del Monte Rosa. O per un pranzo sull’ormai celebre balconata, dove si servono fino a 40 coperti e dove la vista ripaga ogni passo.
Autogestione e passione: il cuore pulsante del Cai
Il Rifugio Ferioli è gestito interamente da volontari. Nonostante questo, tutto funziona con una precisione che sorprende: posti letto per 24 persone, sala interna per 40 coperti, rifornimenti a inizio stagione via elicottero e, se serve, un secondo carico ad agosto. Anche quest’anno il rifugio rimarrà aperto una settimana in più a settembre. Un segnale chiaro: la richiesta c’è, e continua a crescere.
Un anniversario tra musica e memoria
Nel 2025 la sezione Cai di Olgiate Olona ha compiuto 80 anni. Il rifugio Ferioli, invece, ha superato i 42. Per celebrare, in primavera è stato ospite un alpinista, a fine settembre si terrà un concerto e a dicembre ci sarà una serata speciale con la messa in ricordo dei soci scomparsi. Non ci sono lavori straordinari in programma: solo manutenzione ordinaria. Perché il Ferioli, oggi, gode di ottima salute.
La montagna come dovrebbe essere
Da Alagna ci vogliono due ore e mezza di salita, da Rima tre. In entrambi i casi, chi arriva al Santino Ferioli non cerca comodità da resort o vacanze facili. Cerca la montagna vera. E oggi, più che mai, la trova. Con uno zaino in spalla, scarponi ai piedi e accanto qualcuno che magari parla un’altra lingua, ma che condivide lo stesso rispetto per questi luoghi. È questo il futuro del Ferioli: una montagna che non conosce confini.