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Valle Olona | 23 luglio 2025, 11:30

Sulla cresta del Tagliaferro, il Rifugio Ferioli del Cai di Olgiate Olona parla sempre più lingue

Il rifugio Santino Ferioli, a 2.264 metri sul sentiero Gta tra Alagna e Rima, vive un’estate straordinaria. Complice il bel tempo e l’afflusso record di escursionisti stranieri, il rifugio torna a essere un punto di riferimento per la montagna autentica. Gestito da volontari del Cai Olgiate Olona è un esempio di passione, accoglienza e visione condivisa che guarda al futuro senza perdere le radici

Sulla cresta del Tagliaferro, il Rifugio Ferioli del Cai di Olgiate Olona parla sempre più lingue

Dai silenzi della montagna al brusio di accenti nordici: il rifugio Santino Ferioli torna a essere crocevia internazionale di passaggi, incontri e nuovi inizi.

Una stagione che riparte con il piede giusto

Dopo due anni segnati da incertezze, maltempo e strascichi delle alluvioni, finalmente sul rifugio Ferioli si respira un’aria diversa. L’estate 2025 è iniziata con una marcia in più: clima stabile, presenze in aumento e, soprattutto, una forte ondata di stranieri che scelgono questo angolo di Valsesia per immergersi nella vera montagna italiana.

«Quest’anno è partito tutto alla grande», racconta con entusiasmo Alessandra Bellinazzi, presidente del Cai di Olgiate Olona, sezione proprietaria del rifugio. «Finalmente una stagione distesa, serena. E la presenza straniera è davvero imponente, mai vista così».

Il fascino internazionale del rifugio Ferioli

Tedeschi, austriaci, belgi, francesi, perfino escursionisti dai paesi scandinavi. Il rifugio Ferioli, a 2264 metri sul sentiero Gta tra Alagna e Rima, è diventato una meta ambita dai camminatori del nord Europa. Sono abituati alla montagna, preparati, rispettosi e assetati di autenticità. Non vengono solo per pernottare: vogliono vivere l’esperienza, passo dopo passo, fiato dopo fiato.

«Gli stranieri fanno il Gta, percorrono l’arco alpino con metodo e passione», spiega Bellinazzi. «A settembre aspettiamo un gruppo di dieci tedeschi. Ma in generale, il rifugio quest’anno sembra parlare più tedesco che italiano».

Giovani in quota: il futuro comincia qui

Al Ferioli si respira anche un altro tipo di energia: quella dei giovani. C’è chi arriva grazie ai percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto), quindi per motivi scolastici, aiuta nei servizi, mantiene in ordine la sala pranzo, pulisce, impara. Non fa attività a rischio, ma respira il senso di comunità e il valore della montagna.

«Alla fine sono sempre soddisfatti», dice Bellinazzi. «Ma serve un ricambio. Noi cinquantenni non possiamo fare tutto per sempre. C’è un gap generazionale che dobbiamo colmare, e questi giovani sono la nostra scommessa migliore».

Un rifugio che aggrega, oltre i confini 

Il Ferioli non è solo un punto d’appoggio per escursioni impegnative – come la salita al Monte Tagliaferro (mille metri sopra, montagna severa e da non prendere alla leggera) o al Corno Mud – è anche un luogo che aggrega. Dei 400 soci del Cai Olgiate Olona, circa 60 gravitano attivamente attorno al rifugio. Ma non sono solo volontari della sezione: il Ferioli è un magnete, attrae persone da fuori, da altri club, da altre regioni, da altri paesi.

Si viene qui anche solo per gustarsi il panorama dal “belvedere”, terrazza naturale affacciata sulla parete sud-est del Monte Rosa. O per un pranzo sull’ormai celebre balconata, dove si servono fino a 40 coperti e dove la vista ripaga ogni passo.

Autogestione e passione: il cuore pulsante del Cai

Il Rifugio Ferioli è gestito interamente da volontari. Nonostante questo, tutto funziona con una precisione che sorprende: posti letto per 24 persone, sala interna per 40 coperti, rifornimenti a inizio stagione via elicottero e, se serve, un secondo carico ad agosto. Anche quest’anno il rifugio rimarrà aperto una settimana in più a settembre. Un segnale chiaro: la richiesta c’è, e continua a crescere.

Un anniversario tra musica e memoria

Nel 2025 la sezione Cai di Olgiate Olona ha compiuto 80 anni. Il rifugio Ferioli, invece, ha superato i 42. Per celebrare, in primavera è stato ospite un alpinista, a fine settembre si terrà un concerto e a dicembre ci sarà una serata speciale con la messa in ricordo dei soci scomparsi. Non ci sono lavori straordinari in programma: solo manutenzione ordinaria. Perché il Ferioli, oggi, gode di ottima salute.

La montagna come dovrebbe essere

Da Alagna ci vogliono due ore e mezza di salita, da Rima tre. In entrambi i casi, chi arriva al Santino Ferioli non cerca comodità da resort o vacanze facili. Cerca la montagna vera. E oggi, più che mai, la trova. Con uno zaino in spalla, scarponi ai piedi e accanto qualcuno che magari parla un’altra lingua, ma che condivide lo stesso rispetto per questi luoghi. È questo il futuro del Ferioli: una montagna che non conosce confini.

Laura Vignati

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