Se n'è andato un pezzo di storia della città, un uomo la cui intelligenza e umanità hanno lasciato un'impronta indelebile in generazioni di studenti e in chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerlo. Si è spento oggi, giovedì 10 luglio, all'età di 89 anni, il professor Leonardo Ceriani, colonna portante dell'insegnamento tecnico-tessile e mente brillante dall'incredibile modestia. Lascia la moglie Angela, compagna di sempre, con cui aveva appena festeggiato 60 anni di matrimonio, la figlia Barbara e le amate nipoti Gaia ed Emma.
Una vita, la sua, che sembra tratta da un romanzo. Iniziata a Cascina Costa di Samarate, dove nacque nel 1936 e dove il padre era braccio destro del Conte Agusta, e proseguita all'insegna di una sete di conoscenza inesauribile. A soli 18 anni, appena diplomato, inizia la sua lunghissima carriera di docente all'Itis Facchinetti di Busto Arsizio, diventando un punto di riferimento per l'intero istituto. Fu tra i promotori della creazione del laboratorio di analisi tessile, un fiore all'occhiello per la scuola.
«Insegnava Tecnologia della maglieria - racconta la figlia Barbara, con la voce incrinata dall'emozione ma colma d'orgoglio – Durante la sua attività di insegnante, la sera prendeva il treno per Milano per frequentare l'Università Cattolica, dove si è laureato in Economia e commercio». Una dedizione che lo ha accompagnato per tutta la vita. Dopo la pensione dal Facchinetti, a inizio anni '90, ha continuato a insegnare al distaccamento di Biella del Politecnico di Torino, tenendo corsi fino all'età di 82 anni.
Ma Leonardo Ceriani non era solo un professore. Era un pioniere, un innovatore la cui genialità spaziava in campi inaspettati. Durante il boom economico, fu consulente per le più grandi aziende del settore tessile, da Benetton a Fragi, fino a Levi's. «Fu sua l'idea dietro le tute ignifughe per i piloti di Formula 1 – ricorda la figlia - Era una persona fin troppo buona e umile, non si è mai preso la paternità di quell'invenzione, ma è nata da una sua intuizione». Un'altra incredibile collaborazione fu quella con la Sorin Biomedica, per la quale lavorò a un progetto per lo sviluppo di valvole cardiache.
Autodidatta, imparò l'inglese, il francese, il tedesco e persino il russo. Collaborò con riviste di settore come "La Maglieria", scrivendo libri e articoli insieme al noto professor Tremelloni. Aprì anche un suo laboratorio di analisi a Busto Arsizio, prima in via Piave e poi in corso Sempione.
«Era un uomo integerrimo, di un'intelligenza fuori dal comune e con un cuore enorme - prosegue Barbara nel suo commosso ricordo con la sentita collaborazione di mamma Angela - Ha aiutato tantissimi suoi ex allievi a trovare lavoro. Per me è sempre stato un esempio di forza, soprattutto dopo la perdita di mio fratello. Era un uomo benvoluto da tutti, non ha mai fatto del male a nessuno, anzi, ha sempre e solo fatto del bene».
Un uomo che ha vissuto appieno ogni istante, diventando anche un nonno affettuoso e presente per le nipoti Gaia ed Emma, che ha avuto la gioia di veder crescere. Un intellettuale curioso che leggeva tre libri contemporaneamente e che ha abbracciato senza timore l'avvento della tecnologia, imparando a usare il computer come se lo avesse sempre fatto.
La sua è un'eredità che va oltre i libri di testo: è l'esempio di una vita spesa per la conoscenza, l'innovazione e l'amore per il prossimo.
I funerali si svolgeranno sabato 12 luglio alle 15.15 nella Basilica di San Giovanni. Il rosario verrà recitato venerdì 11 luglio alle ore 18 nella la chiesa di Santa Maria. La salma riposa ora nella casa funeraria Fratelli Ferrario di via Bottego, prima di proseguire per il cimitero di Samarate, sua terra d'origine.