Un piccolo gesto che denota il carattere di una persona. Su questo si concentra il ricordo che Giuseppe Sabbatino, insegnante di yoga e naturopata, ha di Davide Gorla, il commerciante accoltellato a morte ieri, 25 giugno, mentre era nel suo negozio Lineacontinua nel centro pedonale di Busto.
I due erano “vicini di lavoro”, se così si può dire. Il primo ogni martedì da tre anni a questa parte raggiunge la galleria Boragno in via Milano e sale al primo piano per tenere un corso di yoga, mentre il secondo, come è noto, portava avanti l’attività del suo negozio al piano terra, tra penne, borse e articoli da regalo.
«Lo conoscevo solo di vista - racconta Giuseppe Sabbatino – ma era una persona estremamente gentile e disponibile. Quando mi è capitato di dimenticare le chiavi per accedere al luogo dove insegno, lui mi faceva passare attraverso il suo negozio. E’ solo un gesto, ma fa capire molto».
Tra chi frequenta le lezioni, evidenzia Sabbatino, ci sono incredulità e anche paura.
«Mi ha colpito molto – dice il naturopata - il fatto che il delitto sia avvenuto nel tardo pomeriggio, momento in cui di solito arrivo per iniziare il mio corso. Io arrivo in galleria alle 18, da solo: avrebbe potuto succedere anche a me. Questa cosa mi ha colpito tantissimo».
Alcuni allievi, riferisce Sabbatino, conoscevano bene Davide Gorla, altri invece lo avevano presente solo di vista, ma il negozio era un punto di riferimento.
Lo sgomento è tanto, in primis per la morte di Gorla, ma anche per le circostanze in cui è avvenuto l’accoltellamento, in pieno centro, in una zona tranquilla, in un orario in cui la via Milano è gremita di gente.