Aveva nascosto nella cantina di un alloggio popolare di un'altra persona due chili di cocaina purissima, che venduta avrebbe fatto guadagnare circa mezzo milione di euro. E' stato rintracciato grazie alle tracce di Dna ritrovate sul materiale per il confezionamento e i bilancini di precisioni lasciati nel locale e arrestato dalla Polizia locale di Milano nello spazio di frontiera dell'aeroporto di Malpensa.
Tutto parte dalla denuncia di effrazione della cantina, sporta nel dicembre 2023 dal titolare del contratto di locazione dell'appartamento e del locale di pertinenza all'interno di uno stabile gestito da Mm in via Civitavecchia a Milano. Sul posto gli agenti hanno trovato, nascosti in uno zaino, circa due chili di cocaina pura quasi al 95%, insieme a materiale per il confezionamento e bilancini di precisione.
Su questi oggetti - con la collaborazione del gabinetto di polizia scientifica per la regione Lombardia - sono state ricercate tracce genetiche, che hanno permesso di ricavare un profilo Dna corrispondente a un uomo di origine berbera. Il codice genetico acquisito è stato comparato con il Dna di una persona conosciuta dalla polizia locale, un 33enne marocchino con precedenti per droga, che era stato notato dagli agenti nelle vicinanze dello stabile dove era stata sequestrata la cocaina.
L'uomo - in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Milano - è stato arrestato lo scorso 13 giugno dagli agenti del secondo gruppo dell'unità investigazioni e prevenzione nucleo centrale di polizia giudiziaria insieme ai colleghi della Polaria all'aeroporto di Malpensa, mentre rientrava dal Marocco in Italia dopo un lungo periodo di assenza.
(Alb/Adnkronos)