Per caso. Senza alcun segno premonitore. Giusepèn ed io stiamo "rispolverando" i ricordi, fra i nomi di persone che insieme facciamo rivivere. Salta fuori l'espressione "a onzi-a onzi" che avevo mai preso in considerazione, leggendo testi antichi sul Dialetto Bustocco. Ecco qualche nome di gente "ruspante", oltre "a fasòea" - "a spurtinèta" - "ul Pidrèn brioeu" -"ul Fagnanèn" - "a fadaluca" - "ul Baldeau" - "ul Rusèn" - "ul Calamòna" - "ul Bidetu" e alcuni altri …. poi Giusepèn evoca pure "ul 'ngiulèto campasceu" (mio papà), che proprio mamma Paola ha inserito in uno dei suoi apprezzati... escursus.
La nostalgia è tanta. Soprattutto per il Giusepèn che (mai e poi mai) si sarebbe accordo di come il tempo trascorre inesorabile. Magari, lasciasse una "scia" di come la "gente Bustocca" si sia evoluta e abbia tracciato un "profondo solco" sulle Tradizioni e sull'evoluzione della specie.
Insieme, (Giusepèn ed io) ci siamo imbattuti col "a onzi-a onzi" che nemmeno era vivo nei nostri discorsi, ma s'è manifestato a sorpresa, come a farci sapere... "ci sono anch'io" - quindi, abbiamo scavato sul significato di una parola così "puntuta" come la punta di una lancia. Che il Dialetto Bustocco fosse "duro" lo avevamo sempre saputo - talune parole, però, sono dolci e socievoli, ma questo "a onzi-a onzi" è quasi... temibile, per la sequela dei significati, che presenta.
Quando abbiamo citato "ul Bidetu" (che all'anagrafe fa, Benedetto), Giusepèn è sbottato in una tipica sua frase: "cantu l'à lauò, ul Bidetu….poeu, a onzi-a onzi al s'è ritiò e d'un bottu l'e'n dèi in via Malpèghi" - prima di tradurre, diciamo che il Bustocco, non pronunciava la parola Cimitero o Camposanto. Preferiva il "via Malpighi" che si nominava soltanto quando accadeva un decesso o per ricordare i cari defunti. Quindi: "quanto ha lavorato, Benedetto Farioli" un uomo dai baffoni fluenti, con lo sguardo burbero, ma buono come il pane - "poi, adagio-adagio, si è un po' arenato e in poco tempo è deceduto" - così è stato anche per "ul Pidrèn brioeu" (Pietro Fagnani), dallo sguardo sempre allegro che incuteva buonumore, e aveva pure trasmesso al figlio "ul fagnanèn", sempre cordiale con la gente e coi suoi figli Franco e Gabriele.
Per dire che pure "a fasoea" (chiamata così per il tipo di negozio che conduceva), "a spurtinèta" (che gestiva una piccola Cartoleria, dove i ragazzi andavano a fornirsi, per quanto occorreva a Scuola (quaderni, matite, penne con pennino, carta assorbente "cartasuga", inchiostro), si segnalavano per il loro carattere "docile" che andava al di là della cortesia del mestiere.
Nel Rione c'era pure la Famiglia Ceriani, "i casciacàn" - soprannome affibbiato, non so come. Ne a Giusepèn e nemmeno a me, non risulta che qualcuno dei componeti "scacciava i cani", ma per individuare (tutti in blocco o singolarmente), si diceva "I casciacàn".
Gli altri nomignoli o soprannomi, non mi sono particolarmente noti. Ci pensa Giusepèn a illustrarmeli, per il fatto che rappresentano la sua generazione. E, Giusepèn non ha dimenticato "ul Raeta", conosciuto da tutti per un "aforisma" andato di moda per più d'una generazione. Quando si commetteva uno sgarbo o si compivano azioni negative, ci si sentiva dire "t'è ne fèi pissè che Raeta" (ne hai combinate più di Raeta); quindi …. non si era paragonabile a"uno stinco di santo".
Piano-Piano (a onzi-a onzi) arriviamo anche noi al termine di questo scritto. Per ribadire che tutto finisce, che la gente cambia, che i "costumi" mutano. E Giusepèn, lapidario coglie anche qui il fulcro della chiacchierata - "anca ul nostar bèl Dialetu... a ozi-a onzi al vò a finì" e non prosegue con ulteriori spiegazioni. Non c'è rammarico per il tempo che passa. Nemmeno c'è nostalgia per il mutamento della Società. Ciò che resta è Busto Arsizio che va mai dimenticata. Quel "piglio" intraprendente di laboriosità e di sacrificio, la Gente Bustocca lo lascia in eredità a chi resta... "a onzi-a onzi", anca ul Dialettu Bustoccu da stroea, al vò a fini... sedanòn lu mesciàn cunt'i paòl che nisogn i droan pu" ( piano-piano, anche il Dialetto Bustocco da strada, va a finire... tuttavia, lo mescolano con parole che nessuno utilizza più)... come è successo per me, con quel "a onzi-a onzi" rispolverato per caso! Fatemi dire, in silenzio, delicatamente: ti amo Busto Arsizio!