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Busto Arsizio | 12 giugno 2025, 08:00

Lutto per Luca Rusconi, le Cuffie Colorate: «Andremo avanti, anche se le gambe tremano»

Dopo l’incidente che ha portato via l’ingegnere di Busto, l’associazione piange la colonna portante, il nuotatore e l’artista: «È stato proprio il volontariato a fargli conoscere sua moglie. Siamo vicini alla famiglia». Lo sgomento degli amici

Luca Rusconi, al centro, tra le Cuffie

Luca Rusconi, al centro, tra le Cuffie

Luca Rusconi, l’ingegnere di Busto Arsizio che ieri mattina ha perso la vita in un incidente a Solbiate Olona (vedi QUI), lascia in chi lo conosceva un ricordo pieno d’affetto e di dolore. Marito, papà, amico, volontario: dai messaggi e dal passaparola emerge il ritratto sfaccettato di una persona che si metteva in gioco, che si impegnava, che sapeva tradurre in azioni la sua sensibilità.

Il pensiero di molti, oltre che alla famiglia, corre alle Cuffie Colorate, all’associazione che promuove lo sport per persone con disabilità e che Luca, grande appassionato di nuoto, sosteneva con la sua opera.

Amanda Ferrario, dirigente dell’Ite Tosi, una conoscenza nata tra i banchi del liceo e un legame speciale allacciato proprio con le Cuffie Colorate, si definisce «..incredula e tristissima». Rivolto un pensiero alla moglie e ai figli dello scomparso: «Se esiste il Paradiso, di certo sei già lì. Anima bella e uomo dalla generosità inimitabile». Tra le classi dello scientifico, e poi all’oratorio di Sant’Edoardo, era nata anche l’amicizia con Chiara Valentini: «In queste ore è partito uno scambio di messaggi tra vecchi compagni, qualche foto… Lo sgomento è generale. Più acuto in chi, come me, aveva continuato a incrociare Luca. Magari non spesso ma quanto basta per conoscerlo bene e sentire, oggi, il peso di una grande perdita. Incredibile che una persona, una persona come lui, se ne vada così, in un attimo».

Ma è alla moglie, ai figli e alle Cuffie che, gira e rigira, si torna. Ieri sera i volontari si sono incontrati. Per guardarsi in faccia, per iniziare a metabolizzare. «Con noi i ragazzi non c’erano – fa presente Massimo Vitali – abbiamo pensato che la botta, per loro, sia davvero tremenda. Meglio che sappiano quello che è successo dai loro cari, con la giusta preparazione. Anche per noi, del resto, questo momento è molto difficile». Colpa, se così si può dire, delle tante esperienze condivise e del lungo percorso fatto con Luca: «Esistiamo da 38 anni e lui è arrivato poco dopo la nascita dell’associazione. Da allora c’è sempre stato. È facendo volontariato che ha conosciuto Cristina, sua moglie, anche lei impegnata con noi». Basterebbe questo a descrivere un intreccio di affetti e valori vissuti con serietà e costanza, oltre che col sorriso. Ma c’è dell’altro: «Luca era un nuotatore forte, preparato. Negli ultimi anni il suo ruolo era diventato ancora più importante, con Manu seguiva gli agonisti: li guidava, li correggeva, assegnava esercizi ad hoc. In modo rilassato, sapeva creare una bella atmosfera».

Dentro e fuori la vasca, grazie ai suoi interessi e talenti. «In tanti – prosegue Vitali – rievocano a sua capacità nel creare modelli di auto con i Lego. Giustamente: le sue riproduzioni erano eccezionali, fedeli agli originali anche per la conoscenza della Formula 1, altra sua grande passione. E poi aveva una bella mano nel disegno, per questo qualcuno lo ricorda come artista. C’era il suo zampino nelle scenografie quando dovevamo allestire uno spettacolo. E la copertina del nostro libro è opera sua».

Ben oltre 30 anni di impegno. Una vita. Ora, anche se con un valoroso amico in meno, le Cuffie devono andare avanti: «Lo faremo, ovviamente. Tremano le gambe al pensiero di non avere Luca fisicamente con noi ma andremo avanti».

S.T.

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