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Busto Arsizio | 18 maggio 2025, 18:50

Busto ricorda i caduti e dispersi in guerra: «La speranza è che presto si parli di pace»

A Borsano l’appuntamento commemorativo. Dopo la messa, i partecipanti hanno raggiunto in corteo il sacrario dei Caduti, dove è stata deposta la corona di allora e impartita la benedizione

«Noi continueremo a ricordare il sacrificio di chi ha dato la vita per poter vivere in democrazia, auspicando che un giorno non lontano si possa finalmente parlare di pace».
È il messaggio di speranza arrivato durante la Giornata del ricordo e della memoria dei caduti e dispersi in guerra celebrata questa mattina, domenica 18 maggio, a Borsano. 

L’appuntamento commemorativo, organizzato dall’Associazione nazionale famiglie dei caduti e dispersi in guerra della provincia di Varese, presieduta dal bustocco Sergio Ferrario, si è aperto con il ritrovo nel piazzale della chiesa dei Santissimi Apostoli Pietro e Paolo. Presenti i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma e della caserma Ugo Mara, le crocerossine, la banda La Baldoria, che ha accompagnato i diversi momenti della cerimonia, a cui hanno preso parte anche il sindaco Emanuele Antonelli e il consigliere comunale Emanuele Fiore.

Dopo la messa celebrata dal parroco don Marco Mauri, durante la quale è stata letta la preghiera del Caduto, i partecipanti hanno raggiunto in corteo il sacrario dei Caduti, dove è stata deposta la corona di allora e impartita la benedizione.

«Valorizzare il sacrificio dei caduti e dispersi in guerra al servizio della patria è uno dei compiti istituzionali di questa associazione», ha affermato il presidente Ferrario, vicino alla stele di “Pietre vive” dedicata proprio alle mamme e vedove di guerra. «Come più volte detto da Papa Francesco, e adesso ripetuto da Leone XIV, siamo sull’orlo di una terza guerra mondiale. In questo istante, nel mondo ci sono 53 conflitti bellici, e la guerra porta lutti, distruzione e pianto. Quando i governanti di questo nostro mondo ascolteranno le parole di chi vuole la pace? Noi continueremo con queste giornate commemorative, auspicando che un giorno non lontano si possa finalmente parlare di pace».

R.C.

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