Tutto esaurito al Museo Onda Rossa di Caronno Pertusella per ammirare “L’ultima macchina del Re” - ovvero la Fiat Torpedo 2.8 che fu di Vittorio Emanuele III e dei primi quattro presidenti della Repubblica – e ascoltare il racconto della sua incredibile storia, raccolta nel libro scritto dal giornalista Marco Linari.
È stata una domenica speciale quella vissuta tra i motori collezionati dall’avvocato Pierantonio Giussani, in un evento voluto da Gabriele Bacelliere – attuale proprietario del mezzo d’epoca costruito nel 1938 e di proprietà della sua famiglia dal 1970 – anche in ricordo di papà Raffaele, scomparso poche settimane fa.
«Quest’auto ci aiuta a ripercorrere la storia d’Italia, che poi è anche quella di Casa Savoia, insegnandoci da dove arriviamo e verso cosa andiamo», ha spiegato Gabriele Albertini, già sindaco di Milano, senatore ed europarlamentare, nonché curatore dell’introduzione del volume. «Quest’automobile – ha aggiunto - intreccia il suo percorso con quello del nostro Paese, ci trasmette tutto il suo fascino e ci aiuta a capire chi siamo».
Alberto Di Maria, delegato lombardo per gli Ordini Dinastici di Casa Savoia, ha portato il saluto del principe Emanuele Filiberto di Savoia, autore della prefazione. «Con il principe – ha spiegato – ci siamo sentiti poche ore fa e abbiamo ricordato la prima volta che salì su questa macchina che fu del bisnonno: avvenne a Meda, nel 2019. Per chi crede nei valori della monarchia e della tradizione, la promozione della cultura è un elemento centrale. D’altronde il passato, letto e studiato, ci aiuta a immergerci appieno nella contemporaneità».
Linari e Bacelliere hanno ripercorso assieme i fatti salienti della storia della Torpedo reale: il debutto durante il viaggio di Hitler in Italia, l’immatricolazione nel 1939, le missioni di Umberto II da Pio XI per cercare di fermare la guerra, l’Armistizio, l’auto caduta nelle mani tedesche, la rinascita dopo la Liberazione ma anche la sfilata del 2 giugno 1947 con a bordo il presidente Enrico De Nicola, nella prima Festa della Repubblica.
«Abbiamo seguito il percorso della Torpedo fino al 1962, quando fu dismessa da Quirinale», ha specificato Linari. «Poi però c’è stato il viaggio a Roma nel 1970 di Raffaele Bacelliere, che la trovò e la acquistò».
Come ha spiegato il figlio Gabriele, «mio padre la scelse perché era bella ed elegante, ma anche perché aveva la sua stessa età. Allora non conosceva la storia che questa vettura aveva alle spalle. L’avremmo scoperta solo più tardi». La scelta di far conoscere questo illustre passato è stata una diretta conseguenza, prima con una serie di convegni voluti dal compianto Santino Giorgio Slongo, presidente del Gruppo Savoia, poi con la decisione di realizzare un libro. Nella domenica a Caronno Pertusella dedicata a “L’ultima macchina del Re” (edito da Linea Grafica per Amazon e disponibile anche nella versione in lingua inglese, con traduzione di Patrizia Picardi), gli ospiti hanno così potuto conoscere, vedere e fotografare la Torpedo Alcinoo.
«Un gioiello – ha detto Pierantonio Giussani – che impreziosisce questo luogo particolare, nel quale certamente brillano le auto, a partire dalle Ferrari, ma in cui voglio anche dar spazio ai valori fondanti della nostra società».
A portare il loro saluto sono stati anche l’esperto di energia e appassionato di storia Francesco Carbone, l’assessore bustocco al marketing territoriale Matteo Sabba e il già ministro ed europarlamentare Francesco Enrico Speroni, che ha svelato alcuni irresistibili aneddoti sul suo rapporto con le automobili. Ospite dell’appuntamento anche Marco Colombo, sindaco di Daverio.
Il tutto a coronamento di una giornata speciale, dedicata a un libro e vissuta fra storia e fascino.