L’immagine dell’ospedale che rimpicciolisce di lavaggio in lavaggio (fuor di metafora, di documento in documento), è del consigliere comunale Massimo Gnocchi (Obiettivo comune Gallarate). Si riferisce ai metri quadri di superficie su cui è previsto che sorga la futura struttura di Beata Giuliana: «Sono passati da 150mila circa a 125mila, poi a 100mila, anche qualcosa meno». Ma la contrazione che porta alla mobilitazione le minoranze di Gallarate (Partito democratico, Città è vita, Lista Silvestrini e, appunto, Ocg) è anche e soprattutto quella dei posti letto (QUI la posizione del Pd, QUI la lettura della direttrice generale di Asst).
«A questo punto, dopo tutto quello che è stato fatto – comunica Gnocchi che, con Ocg, è stato il principale promotore della petizione pro ospedali esistenti e pro Sant’Antonio Abate, 13mila firme raccolte – sentiamo la necessità di andare in piazza con volantinaggi, nel normale rapporto che noi consiglieri comunali dobbiamo intrattenere con i cittadini».
Primo appuntamento sabato 10 maggio al mercato, secondo l’11 in piazza Libertà (vedi file allegato in fondo). Seguiranno i rioni di Arnate (18 maggio) e Crenna (25). Ulteriori iniziative saranno via via comunicate. L'auspicio dei consiglieri gallaratesi è che partano iniziative anche negli altri comuni interessati.
«Parliamo di un taglio di 443 posti letto – si aggancia Giovanni Pignataro, Pd – e la sensazione è che in giro, sull’argomento, ci sia un’incolpevole ignoranza. Sono state divulgate cifre a caso, si è scambiato il numero di posti letto previsti per il numero di camere. Noi vogliamo informare a partire soprattutto da due documenti: lo studio di fattibilità per il nuovo ospedale e lo studio di Arexpo sul futuro dell’area oggi occupata dall’ospedale di Gallarate».
«La fregatura è doppia – rincara Michele Bisaccia (Lista Silvestrini) – perché i posti letto diminuiscono e perché si parla di una compensazione che arriverebbe dalla medicina territoriale, quando i medici di famiglia sono sempre meno e le case di comunità svolgono servizi di natura prettamente infermieristica. Necessari ma non sufficienti».
«Abbiamo tentato tutte le strade istituzionali possibili – sintetizza Margherita Silvestrini (Pd) – dobbiamo tornare tra la gente. Per informare. E, ovviamente, ascoltare»