L'obiettivo dichiarato è quello di far capire a più persone possibili quanto sia importante essere parte attiva di questo processo di donazione, in vita, se si parla di sangue o midollo osseo, o dando la disponibilità all'espianto di organi, post morte. Proprio su quest'ultimo tema si incontra la maggiore ritrosia delle persone e un incontro aperto a tutti come quello di sabato è finalizzato proprio a spiegare alla gente le modalità attraverso cui la donazione avviene.
«C'è una sempre maggior necessità di organi, perché sono necessari per salvare tante vita – commenta Maria Iannone, presidentessa della sezione di Busto Arsizio dell'Associazione Italiana Donazione Organi – Proprio per questo, insieme a Avis e Admo, abbiamo organizzato questo evento, è un modo per mandare un messaggio alla nostra città. Porteremo l'esperienza dei medici, ma molti importanti sono anche i nostri giovani, che piano piano stanno creando un piccolo “esercito”, a cui in futuro lasceremo il testimone: ci affiancano nelle nostre attività e stanno sviluppando i loro progetti».
I donatori non sono mai abbastanza, come sottolinea Paola Reguzzoni: «Ho di recente rinnovato la carta d'identità – spiega l'assessore alla salute del comune di Busto Arsizio – e ho sottoscritto l'autorizzazione alla donazione degli organi. Contestualmente ho chiesto ai nostri uffici in quanti facessero la stessa cosa, dando per scontato che tutti fossero positivi ma in realtà non è sempre così. Ben venga, quindi, questa attività di sensibilizzazione, al fine di aiutare altre persone in qualsiasi modo possibile, anche quando non ci saremo più. Aido compie la sua attività sempre con gentilezza e intelligenza, su un tema molto discusso».
L'importanza di fare squadra e di coinvolgere altre associazioni di volontariato che operano nello stesso campo e hanno indubbiamente similitudini importanti: «Dopo l'edizione dell'anno scorso, abbiamo pensato di estendere la presenza di relatori anche alle altre due principali associazioni che hanno a che fare con le donazioni – racconta il dottor Adelio Scorti, membro di Aido – La popolazione deve essere ben informata sul significato della donazione e dell'importanza che essa ha nella nostra comunità, nell'ottica di essere uno strumento valido in caso di necessità».
Il professor Maurizio Moscheni ha invece parlato del progetto di Avis tra i giovani: «Porteremo la nostra esperienza relativa al progetto che da ventidue anni portiamo nelle scuole di Busto – ha raccontato l'insegnante, tra i fautori di “Il sangue un bene prezioso” - Abbiamo spinto che questo progetto diventasse completo, comprendendo anche le altre due associazioni – Illustreremo come si svilupperà la nostra attività nelle scuole, portando l'esperienza di questi anni ma anche e soprattutto quella che sarà in futuro».
Prevenzione e informazione sono più facili se si lavora a braccetto: «Sono entrata in Admo abbastanza di recente, avendo subito un trapianto all'inizio del 2022 – racconta Raffaella Gnocchi, volontaria Admo della sezione di Varese - Vivendo questa esperienza, mi sono resa conto che non c'era cultura sulla donazione di midollo. Io, tra l'altro, ho scoperto la mia malattia andando a donare il sangue all'Avis e a loro devo molto, visto che mi è stato individuare precocemente la mia patologia».
L'obiettivo della conferenza di sabato è quindi fare informazione per poter dare alla gente gli strumenti per poter capire quanto sia importante essere, trasversalmente, un donatore.