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Economia | 08 ottobre 2024, 13:37

Il territorio alla sfida dell’economia circolare: “SustainHUBility LAB - Remanufacturing”

Convegno organizzato da Camera di Commercio. Il presidente, Mauro Vitiello: «MalpensaFiere sia sustainibility hub al servizio dell’economia varesina, luogo di scambio con enti, istituzioni e imprese». Il professor Andrea Urbinati (Liuc) sulle Pmi del territorio: «La volontà per intraprendere la transizione c’è, ma stakeholder e policy maker devono intervenire»

Il territorio alla sfida dell’economia circolare: “SustainHUBility LAB - Remanufacturing”

"Remanufacturing: l'economia circolare 2.0  che cambierà la manifattura": al convegno organizzato oggi, 8 ottobre, a MalpensaFiere da Camera di Commercio Varese si è svolta un’articolata riflessione su di un modello di sviluppo che punta a dare nuova  vita ai componenti di prodotti meccanici, elettrici ed elettronici complessi. Prodotti che hanno già raggiunto la loro efficacia e il massimo della capacità di essere utilizzati.

A introdurre i lavori, coordinati dal giornalista di Radio24 Il Sole24Ore Maurizio Melis, il presidente di Camera di Commercio Varese, Mauro Vitiello: «Un incontro che battezza un progetto avviato ormai da qualche mese che vuole fare di MalpensaFiere un sustainibility hub al servizio dell'economia varesina, facendone un punto di scambio con enti, istituzioni e imprese del territorio. Qui, già operano Centrocot col suo Multilab e ci sono istituti tecnici superiori che formano giovani sui temi anche della sostenibilità. È un buon punto di partenza, ma il percorso che stiamo avviando vuole essere ancor più ricco di sviluppi interessanti».

Ma che cos'è il Remanufacturing? «Parte da una visione differente della vita dei prodotti - ha spiegato Tullio Tollio, docente del Politecnico di Milano -, recuperando le funzioni di alcuni elementi: è questo l’aspetto chiave, che ci permette di ri-valorizzare il prodotto stesso o parti di esso più e più volte.   È chiaro che questa particolare declinazione di economia circolare avrà un futuro solo se consentirà dei vantaggi economici alle imprese. Come allora intercettare questo circolo virtuoso? Spesso, laddove il prodotto è stato generato, con opportuni investimenti tecnologici per dar vita a sistemi manufatturieri flessibili, che oltre a costruire siano anche in grado di decostruire. Centrali sono le funzioni, è ad esse che si collega il recupero del valore, facendo del manifatturiero un “purificatore dei prodotti"».

L'obiettivo è di far in modo che, lungo la supply chain, l'intero sistema economico, non la singola impresa, sappia adattarsi a questo nuovo modello, che implica flessibilità e tracciabilità. Di nuovo Toilo: «Tutte le piattaforme manifatturiere devono mettersi in gioco e la Lombardia potrebbe guadagnare un vantaggio competitivo, attivandosi per prima nella sinergia tra imprese, università, Camere di Commercio e gli altri enti coinvolti in una partita da non perdere. È il territorio che vince questa sfida».

In gran parte centrato sull’automotive l’intervento di Marcello Colledani, docente di Demanufacturing al Politecnico di Milano: «La sfida, innanzitutto tecnica, si gioca sulla gestione della variabilità che caratterizza il prodotto utilizzato. Il quale deve raggiungere la stessa qualità del prodotto nuovo. Un ruolo importante lo possono giocare impianti-pilota al servizio della piccola e media impresa». Tra i pilastri elencati da Davide Chiaroni, professore di Strategy & Marketing al Politecnico: operazioni distribuite (fra l’altro pensando alla “scala” delle Pmi), digitalizzazione, attenzione alla fruibilità dei componenti (potenzialmente utili per nuovi prodotti o addirittura nuove filiere), servitizzazione.

Andrea Urbinati, professore di Ingegneria economico gestionale alla Scuola di Ingegneria industriale della Liuc, vice direttore di Green Transition Hub: «Abbiamo provato a capire, con uno studio che ha coinvolto oltre cento aziende, quanto sia pronto il territorio in tema di Economia circolare ed è emerso un quadro sfidante. Prevalgono nettamente pratiche tradizionali come efficientamento energetico e ottimizzazione della produzione. Le Pmi lavorano con risorse scarse, a dispetto di competenze anche importanti. Inoltre la maggior parte delle imprese non vede ancora, in prospettiva, benefici economici derivanti dalla transizione. La volontà di intraprenderla c’è, ma stakeholder e policy maker devono intervenire per contenere l’importante uscita di cassa connessa all’investimento».

La mattinata ha poi visto un approfondimento del tema dal punto di vista aziendale, con riferimento alla compilazione del bilancio di sostenibilità, e si è chiusa con la testimonianza di due imprese lombarde, la  Sapi Srl e la Tesya Spa, che già operano secondo il modello del Remanufacturing. In particolare, Sapi Srl è un'azienda specializzata nella rigenerazione di materiale consumabile e relativo software, quali stampanti e fotocopiatori; Tesya Spa, invece, è costituita da un gruppo di 25 imprese che, partendo da quello che fu il ruolo originario di rivenditore di Caterpillar in Europa, collabora nel trovare soluzioni nel campo dell'automazione applicata a diversi settori.

Stefano Tosi

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