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Gallarate | 27 settembre 2024, 18:49

Petizione delle 13mila firme archiviata, Massimo Gnocchi: «Gravissimo errore»

L’esponente di Obiettivo Comune Gallarate interviene dopo l’esito dell’ultimo passaggio in Commissione regionale sulla raccolta firme a tema ospedale. E rincara: «Evidente che molti consiglieri non hanno letto testo e richiesta»

Massimo Gnocchi a uno dei tanti gazebo organizzati per la petizione

Massimo Gnocchi a uno dei tanti gazebo organizzati per la petizione

Massimo Gnocchi, da sempre in prima linea con Obiettivo Comune Gallarate nella raccolta firme sul Sant’Antonio Abate, insieme ad altre strutture in predicato di superamento e sostituzione con il futuro nosocomio di Beata Giuliana, interviene dopo l’archiviazione, in Regione, della petizione sottoscritta da 13mila cittadini, di Gallarate e del territorio (vedi QUI). Uno sviluppo non sorprendente, per l’esponente della formazione civica. Ma che lo spinge a puntualizzazioni sul reale percorso seguito (cita assemblee pubbliche a tema ospedale di Beata Giuliana, mai organizzate), su ciò che resterà del nosocomio cittadino (quattro ambulatori in croce, afferma) e su una volontà chiaramente manifestata da una larga parte della cittadinanza («…non averla voluta minimamente ascoltare lo ritengo un gravissimo errore»). Non manca il rinnovo del proprio impegno: «Non finisce qui». Di seguito, il comunicato integrale.  

La notizia dell’archiviazione della petizione sull'ospedale di Gallarate di cui sono stato referente per Obiettivo Comune Gallarate non mi ha sinceramente sorpreso ma ammetto che la trovo inqualificabile nella sua gravità.

Preliminarmente mi preme sottolineare che mi sarei aspettato una nota ufficiale di Regione Lombardia di avviso del dibattito e della annessa delibera prevista. Lo avessero fatto come sarebbe stato giusto sia per correttezza formale che sotto il profilo istituzionale, lo avrei reso noto a molti che avrebbero potuto vedere la diretta come ho fatto io ieri, dopo essere stato informato dai consiglieri regionali Ferrazzi e Licata che peraltro ringrazio anche per i loro interventi.

Quello che è emerso dal dibattito e dal relativo voto di archiviazione ovvero di non considerazione dell'istanza è stato questo:  molti consiglieri regionali evidentemente non avevano e non hanno ascoltato quel che ho detto ad aprile in audizione e men che meno hanno letto il testo della petizione e la sua richiesta chiara, semplice e partecipata: I CITTADINI DI GALLARATE E DEI COMUNI LIMITROFI CHIEDONO IL MANTENIMENTO DELL’OSPEDALE S. ANTONIO ABATE E SERVIZI TERRITORIALI EFFICIENTI E SICURI. In poche parole chiedevano di non lasciare la città di Gallarate senza adeguati, o meglio essenziali, servizi sanitari pubblici. Una richiesta che sarebbe da definire scontata dopo i terribili anni del covid se non fosse vero che invece viaggiamo verso uno scenario opposto.

Regione ha argomentato che questi servizi sono previsti e soprattutto che il progetto dell’ospedale unico (ad ora è così) è stato largamente condiviso e sostenuto a livello territoriale addirittura attraverso assemblee aperte. Non è assolutamente vero perché allo stato a Gallarate, il cui ospedale è già molto compromesso, resteranno giusto 4 ambulatori in croce ed il resto sarà dismesso. E soprattutto il progetto non è stato affatto condiviso anzi si è sempre cercato di parlarne il meno possibile, derogando al necessario dibattito pubblico e negando un referendum consultivo che avrebbe chiarito quel fosse il reale sentiment della gente come la petizione ha evidenziato.  

E quando invece se ne è parlato lo si è fatto in maniera molto accomodante sotto diversi aspetti ed il principale tra questi ed ovviamente negativo, ovvero la relativa dismissione totale del S. Antonio Abate è stato spesso sottaciuto nella logica opportunistica di celebrare le sole virtù -se mai saranno- del futuro Ospedale Unico, andate in scena ancora ieri purtroppo.

So bene che il governo regionale e della città di Gallarate non ha mai fatto mistero di voler azzerare il nostro Ospedale e che benissimo avrebbe potuto non ascoltare, come ha sinora fatto, l’appello di migliaia di firme cartacee, vere e tutte riscontrabili una ad una. Ma la richiesta era ed è tale che non averla voluta minimamente ascoltare lo ritengo un gravissimo errore che, sino a prova contraria, sarà scontato dalle future generazioni e dal declassamento del prestigio della nostra città il cui Ospedale ha 150 anni di storia.  

La petizione, mi ripeterò sino alla noia, non si è infatti mai opposta alla realizzazione di un eventuale ospedale nuovo di eccellenza, definito appunto nuovo, ma ha sempre chiaramente detto che a Gallarate si devono almeno lasciare adeguati servizi sanitari pubblici!  

Ora il compito di tutti noi è continuare a raccontare la verità nella consapevolezza che stare dalla pare giusta non è mai inutile. Lo dobbiamo a chi ha costruito il s. Antonio Abate, a chi ci ha lavorato e lavora superando ogni giorno difficoltà evidenti, nella convinzione che il grido forte della petizione inascoltata riecheggerà a lungo nel palazzo della Regione ed a Gallarate e non è scontato che forse un giorno, non lontano, qualcosa cambierà. Perchè come già qualcuno ha detto e rilancio: non finisce qui.   

S.T.

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