Andare allo sportello e scoprire che la propria esenzione non era più valida. È successo a non pochi anziani, anche a Busto Arsizio, alla prima ricetta ottenuta dopo un anno di esenzione dal ticket, appunto. Sono stati costretti a mettersi in coda per il rinnovo all'Asl di piazza Plebiscito, se non erano avvezzi alla piattaforma digitale della Regione.
Non è possibile infatti rivolgersi alle farmacie per il rinnovo, bensì bisogna dirigersi agli sportelli dell'ente pubblico.
La categoria in questione è quella della E1. Si specifica: «Possono beneficiare dell'esenzione per le prestazioni di specialistica ambulatoriale i cittadini con età superiore a 65 anni, appartenenti ad un nucleo familiare fiscale con reddito lordo complessivo non superiore a 36.151,98 euro, riferito all'anno ed ha validità fino ad eventuale variazione dello stato di diritto». Tali esenzioni individuate dal Ministero dell'Economia e delle Finanze - si precisa - hanno validità di un anno, calcolato dal 1° aprile al 31 marzo successivo, è vero. Ma sul sito si spiega anche che «vengono rinnovate automaticamente ogni anno se permangono le condizioni di diritto». E chi ha letto questo, si è convinto che non dovesse fare altro.
Trascorso invece l'anno, quando si è presentata la necessità di una ricetta, ecco la sorpresa: la sua esenzione era scaduta. Com'era possibile? La spiegazione si trovava qualche riga più avanti: «Si evidenzia che i dati trasmessi dal Mef sono relativi solo a soggetti che effettuano dichiarazioni dei redditi che permettono di ricostruire il nucleo familiare fiscale; ne deriva che il Mef non invia i dati di contribuenti che utilizzano modelli di dichiarazione dei redditi (modello 770 ad es.) effettuati da sostituti di imposta quale l’Inps che non permettono al Mef di ricostruire il reddito familiare fiscale».
Detto in un altro modo: per chi non presenta il 730, tutto l'impianto dell'automatismo viene meno. Quindi si deve ripartire da capo. Certo, c'è il fascicolo sanitario regionale a cui rivolgersi per raddrizzare le cose: ma non tutti gli anziani sanno destreggiarsi con lo strumento digitale. Alcuni poi non hanno lo Spid e anche gli altri sistemi per entrare sono tutto tranne che in discesa per chi non si trova a suo agio con pc e smartphone. Così bisogna andare alle Asst di competenza - e non tutti guidano o si spostano facilmente - e all'occasione mettersi in coda.
Un disagio, sottolineato da un familiare di una cittadina ultraottantenne che a sua volta aveva inteso così: cioè che l'esenzione fosse automatica. Proprio per preservare gli anziani dal disagio, se non cambiava la condizione economica. La buona volontà nel risparmiare la coda in Asst alla parente si è infranta alla prima ricetta, trascorso l'anno: «Ha scoperto di esser decaduta dal diritto all’esenzione quando è andata in farmacia a comprare le medicine. Lì le hanno detto che anche altre persone avevano “sbagliato a capire”, perché la richiesta di esenzione va rinnovata ogni anno. Quando ha chiesto se avesse perso la possibilità di rinnovo per l’anno in corso, la farmacista ha risposto di non preoccuparsi; basta rivolgersi all’Asl. Per cui dovrà andare in piazza Plebiscito a fare la coda per ottenere l’appuntamento (ma gli diranno nuovamente che deve farlo su internet), poi tornare nella data assegnata, rifare una coda, per vedersi confermata nel diritto da cui, in teoria, non è mai decaduta». Cosa che poi ha fatto.
Il lettore ci sottolinea: «La questione centrale di partenza è questa: l'attenzione agli anziani senza obbligarli a condotte per loro difficili (lunghe code) o quasi impossibili (interagire con una piattaforma)».
O trasformato in una domanda che ci poniamo noi, anche osservando altre difficoltà in cui i cittadini con qualche anno in più (e a volte non solo) si dibattono: perché agli anziani bisogna rendere tutto così difficile?