«La giunta e la maggioranza considerano il Consiglio comunale un obbligo formale, perciò non discutono di nulla se non, forse, tra di loro. Nella nostra città: formalità corrette, confronto democratico zero».
Lo scrive in una nota il gruppo consiliare del Partito Democratico di Busto Arsizio. Partendo dalla mail ricevuta questa mattina dal protocollo del Comune con la «convocazione urgente» della commissione 4 “Cultura, Educazione, Tempo Libero, Sport, Problematiche Giovanili”.
«L’oggetto di tanta urgenza è l’approvazione di tre verbali del 7 e 23 novembre 2023, nonché quello del 19 aprile 2024 – scrive il Pd –. A parte la tempestività dell’attività di approvazione di due verbali dello scorso anno, da questa convocazione si ricavano almeno due informazioni: con quale frequenza si discuta in questa amministrazione sui temi che sono oggetto della commissione 4; quali siano i criteri di “urgenza” utilizzati dai nostri amministratori».
«Il dato incontrovertibile è che la commissione era necessaria per scadenza dei termini di approvazione dei verbali», sottolineano i consiglieri dem Maurizio Maggioni, Cinzia Berutti, Paolo Pedotti e Valentina Verga, parlando di «due pesi e due misure».
Proseguono infatti dicendo che «se però a chiedere la convocazione urgente di una commissione è il Pd (vedi convocazione per l’analisi del Pums, richiesta il 23 aprile e convocata il 10 giugno) si rimanda di giorni e giorni. Il dato politico è che la giunta e la maggioranza considerano il Consiglio comunale un obbligo formale, perciò non discutono di nulla se non, forse, tra di loro: vedi Pums, vedi progetto campi di padel, vedi raccolta puntuale, vedi tutti i progetti Pnrr. Nella nostra città: formalità corrette, confronto democratico zero».
«Proprio per evitare circostanze come queste e discrezionalità che viene usata a solo favore della maggioranza – concludono – noi del gruppo consiliare del Pd e delle altre forze di minoranza abbiamo protocollato una proposta di delibera di Consiglio per la modifica del regolamento di funzionamento delle commissioni. Auspichiamo che sul testo vi sia un voto unanime».