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Storie | 08 aprile 2024, 07:50

Nanni Svampa, Dario Fo e Gigi Riva, il palco e la vita del laghée Francesco Pellicini: «Il nostro lago fonte di ispirazione e di storie tra fantasia e realtà»

Le chiacchierate con il premio Nobel di Sangiano, il "provino" delle poesie con l'ex Gufo, la "benedizione" di Rombo di Tuono per lo spettacolo "Da Leggiuno in Nazionale". L'attore luinese racconta il suo rapporto con il bomber leggiunese e un suo sogno: «Quando mi telefonò pensavo ad uno scherzo, poi siamo rimasti in contatto con lo stile delle persone riservate. Se i suoi figli lo vorranno mi piacerebbe portare in scena lo spettacolo in terra sarda»

Francesco Pellicini con Gigi Riva nel ristorante preferito di Rombo di Tuono a Cagliari nel 2017 (foto dalla pagina Facebook dell'artista luinese)

Francesco Pellicini con Gigi Riva nel ristorante preferito di Rombo di Tuono a Cagliari nel 2017 (foto dalla pagina Facebook dell'artista luinese)

Attore e autore teatrale, cabarettista, direttore artistico, ma soprattutto vero uomo di lago, Francesco Pellicini nasce a Luino. Dopo la laurea in Giurisprudenza, si iscrive all'ordine degli avvocati di Varese e si diploma come attore alla scuola del teatro con Roberto Brivio.

Collabora con un altro laghée doc come Nanni Svampa in qualità di ospite nelle piazze e nei teatri lombardi e della Svizzera italiana. Uno dei fiori all'occhiello del suo curriculum è la fondazione e la direzione della prima edizione del Festival dei Laghi Lombardi.

Checco Pellicini ha fatto parte anche della compagnia teatrale dei Legnanesi, ricoprendo il ruolo del fratello gemello del Giuan e ha recitato pure nel film "Il Pretore". E’ autore, regista ed interprete dello spettacolo teatrale "Da Leggiuno in Nazionale", il primo ad avere avuto il permesso da Gigi Riva di portare in scena la vita del grande hombre vertical. 

Checco abbiamo cercato di riassumere parte della tua importante carriera, ma raccontaci come hai iniziato?

Da giovanissimo avevo due passioni, quella del calcio e quella del teatro. Ho iniziato a giocare a pallone e uno dei primi mister è stato l’amico Chicco Prato "il gran rigorista". Non avendo proprio i piede buoni, mi sono buttato nella seconda passione. Ho studiato e mi sono laureato per il "giusto volere della famiglia", ma il mio sogno era il palcoscenico, comporre canzoni, scrivere poesie. Ho avuto la fortuna è il privilegio di conoscere il compianto Nanni Svampa che ha letto le mie poesie e mi ha dato il suo parere. 

Com'è andato il primo esame con il grande Nanni?

Ha letto le mie poesie, mi ha detto che ero un bravo ragazzo, che scrivevo anziché andare a "rincoglionirmi" in discoteca. Ero un bell'esempio insomma; io subito gli risposi che però le poesie le scrivevo dopo essere uscito dalla discoteca. Ricordo ancora oggi la risata di Svampa.

Tu sei un uomo di lago. Secondo te per quale motivo sul lago Maggiore e nel Luinese in particolare, sono nati tanti comici di successo?

Ne parlavo di questo con Dario Fo, non c’è forse una ragione specifica. Credo che sia il lago, il luogo che è fonte di ispirazione, di malinconia. Di una aria particolare. Poi la zona offriva diversi spunti, perché bastava andare nei bar e osterie e c’erano personaggi meravigliosi che raccontavano storie tra fantasia e realtà. Per chi aveva la sensibilità di ascoltare e scrivere questi racconti e romanzarli era un ottimo punto di partenza.

Checco tu hai avuto il privilegio e onore di portare in scena lo spettacolo teatrale "Da Leggiuno in Nazionale", ottenendo la ’"benedizione" di Gigi Riva?

Questa è stato una grande soddisfazione, anche perché è stata la prima volta che il Luis dava permesso di rappresentare in pubblico parte della sua storia.

Ci racconti com'è andata?

Ero a Leggiuno a rappresentare un mio spettacolo di cabaret. Fortuna vuole che ero sul campetto dell’oratorio di San Primo vicino alla casa del campione. Per omaggiare Rombo di Tuono sul finale ho cantato la canzone scritta in collaborazione con Andrea Decio intitolata "Il Dribblatore" che gli ho dedicato. Destino vuole che tra il pubblico ci fosse Fausta la sorella di Gigi che a fine spettacolo emozionata mi ha ringraziato e parlando mi ha dato l’idea di scrivere qualcosa sul fratello, chiedendomi anche il cd dove era inciso il brano. Ho iniziato giorni dopo a buttare giù qualche idea.

Poi cosa è successo?

Fausta fece pervenire il cd a Gigi e convinse il campione a darmi la possibilità di fare lo spettacolo. Ricorderò per sempre la telefonata che ricevetti in una melanconica mattina. Era era proprio Gigi che si presentò il modo educato come è sempre stato nel suo stile. Solo che pensavo fosse uno scherzo telefonico e risposi "se lei è Riva io sono Evaristo Beccalossi". 

Immagino l’imbarazzo quando hai capito che dall'altra parte della cornetta c'era proprio Rombo di Tuono. 

Ma no, anzi da gran signore ci fu una risata. Gigi mi diede il benestare a patto che lo spettacolo non dovesse essere messo in scena in Sardegna. Richiesta che ho sempre rispettato alla lettera. Portai a Leggiuno la prima rappresentazione dello spettacolo, in sala c’era la Fausta e la nipote Edis che si emozionarono tantissimo.

Le successive repliche in giro per l'Italia come andarono?

L'esordio a Piazza del Popolo a Roma fu bellissimo e anche in altre località fu un grande successo. Certo che dal 2011, data della prima, a oggi ho cambiato alcune cose, ma sempre emerge l’umanità del protagonista come uomo, come calciatore. L’uomo che con il suo grande carisma è stato un esempio per tutti.

Hai poi avuto il piacere di incontrarlo di persona? 

Si nello stile riservato di noi uomini di lago. Ero a Cagliari in gita di piacere con mia moglie e per me era già il massimo vederlo. Andai da Giacomo, il ristorante dove sempre cenava in modo riservato e Gigi era in una saletta, presi coraggio, mi avvicinai e quando aveva finito di cenare mi presentai. 

Cosa è successo poi? 

Mi accolse con un sorriso, mi fece sedere e subito la conversazione iniziò parlando del lago, della sua infanzia, dei suoi amici, della sua Leggiuno, dei suoi ricordi. Ma rimasi incantato anche quando abbiamo parlato di Fabrizio De Andrè, mi colpì la sua grande preparazione, conosceva a memoria i testi e la storia del cantautore genovese. Mi raccontò del suo incontro con Faber, fatto di tanti silenzi, di ascolto di canzoni, di sigarette e whisky. Abbiamo tirato tardissimo. Emozionatissimo lo saluto e ringrazio e vado a pagare il conto, ma con mio stupore tutto era già stato offerto da Gigi. Da allora ci siamo sempre sentiti con lo stile che si usa tra persone riservate. Anche con i suoi figli Mauro e Nicola. 

Hai un sogno legato a quello spettacolo bellissimo "Da Leggiuno in Nazionale"?

Ho sempre rispettato in questi 15 anni l’accordo di non portarlo in Sardegna. Sarebbe un sogno farlo nella sua terra adottiva ma anche adesso rispetto la volontà della famiglia. Se ritengono di poterlo proporre anche in terra sarda sarò super felice e coronerò il mio sogno.

Intanto quest'anno con il Festival riparti da Leggiuno proprio con un omaggio a Gigi Riva giusto?

Certo sono felicissimo di tornare per il Festival dei Laghi Lombardi proprio nel suo paese natale il prossimo 31 maggio. Colgo l’occasione anche per ringraziare l’amministrazione comunale di Leggiuno per la collaborazione prestata. 

 

 

Claudio Ferretti

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