Marco Reguzzoni utilizza lo scudo crociato che campeggia nel simbolo di Libertas, l’associazione culturale di Busto Arsizio che ieri ha organizzato la presentazione del suo libro, per respingere la domanda sulla candidatura alle elezioni europee (con Forza Italia): «In questa sede mi sembra giusto citare Andreotti: una smentita significa una notizia detta due volte, quindi non smentisco, non dico nulla. Alla campagna elettorale mancano tre mesi e io al momento faccio quello che è decisivo per l’associazione dei Repubblicani, cioè far parlare di politica».
Un Reguzzoni “andreottiano” non smentisce
Eppure l’uscita del libro “Vento di cambiamento”, scritto pensando ai giovani europei a cui è dedicato, sembra sposarsi perfettamente con la campagna elettorale (leggi qui). Così come le stoccate indirizzate a Vannacci mentre prendeva quota la candidatura del generale con la Lega (leggi qui). «La campagna elettorale inizia ufficialmente il 9 maggio, c’è molto tempo», puntualizza Reguzzoni, presidente dei Repubblicani e già capogruppo della Lega alla Camera, prima di illustrare i contenuti del suo volume al pubblico di Villa Tovaglieri. Un appuntamento che precede la presentazione ufficiale prevista il 29 febbraio a Villa Recalcati, sede della Provincia di Varese guidata dal bustocco tra il 2002 e il 2008.
«Il “vento di cambiamento” – dice invece Reguzzoni – deve tornare a soffiare forte in tutta l’Europa, che deve rendersi conto che abbiamo diversi problemi in comune, come l’immigrazione e la politica industriale, che senza un governo europeo non verranno mai affrontati. Non basta un post o gridare in televisione, serve capire e affrontare i problemi».
Parole da candidato? Nessuna conferma e nessuna smentita. Andreotti docet.
Le stoccate
Sollecitato dalle domande del presidente di Libertas Paolo Della Vedova, Reguzzoni fornisce il proprio punto di vista su Italia ed Europa. Non ha peli sulla lingua quando definisce «colpo di Stato» quello che portò nel 2011 alla fine del governo Berlusconi.
Poi arrivò Monti «che cancellò il federalismo fiscale che avevamo impostato. Io lascia allora la politica. Oggi la Lega è molti diversa da quella che prima aveva il federalismo tra le sue priorità».
Nel libro, Reguzzoni ne ha anche per le élite burocratiche e della grande finanza. E per i politici, «in parte ignoranti, in parte succubi, in parte senza il potere di agire davvero». «Che cosa funzionava prima in questo Paese? La Dc degli anni Cinquanta. Un movimento popolare di base che ha creato le condizioni per portare un po’ di serenità».
L’obiettivo dei Repubblicani, ideati con Berlusconi e rilanciati dall’ex leghista lo scorso anno, è favorire la nascita di qualcosa di simile.
Nel contesto di un’Europa che deve necessariamente agire insieme su «immigrazione, ambiente, dazi: dove va l’Italia con 60 milioni di abitanti? Lo Stato è troppo piccolo».
Ad ascoltare Reguzzoni una cinquantina di persone, tra cui, oltre al capogruppo consiliare della lista Antonelli Marco Lanza, esponente di Libertas, il consigliere regionale di Lombardia Migliore Luca Ferrazzi, il segretario provinciale di Azione Franco Binaghi, l’ex ministro ed eurodeputato leghista Francesco Speroni, Alberto Riva, componente del coordinamento provinciale di Forza Italia, Walter Picco Bellazzi, storico esponente del centrosinistra cittadino.