Il Comitato Pendolari Trenord Busto Arsizio torna a rivolgersi alla politica. Dopo aver esternato il proprio malcontento e le proprie preoccupazioni all’assessore Giorgio Mariani e all’eurodeputata e consigliera comunale Isabella Tovaglieri (leggi qui), oggi si è tenuto un incontro alla stazione Nord con il consigliere regionale del Partito Democratico Samuele Astuti, pronto a mettere nero su bianco con una nuova interrogazione problemi e perplessità.
Il cahier de doleances non è diverso da quello ascoltato dagli esponenti della Lega. Con la portavoce del comitato Paola Gallazzi che ha sottolineato che, al di là delle questioni legate alla stazione, «il vero problema riguarda il servizio».
I problemi di stazione e (soprattutto) treni
Pertanto tra le principali preoccupazioni c’è quella di perdere i Malpensa Express diretti a Centrale: «Busto è una città grande, qui vengono anche dai paesi limitrofi – evidenzia Paola Gallazzi –. Pensare di rimuovere i treni per Centrale significa dimezzare l’offerta. Se le tre stazioni sono sature (con riferimento anche a quella di Castellanza oltre a Busto Fs, ndr), perdere il 40 per cento dei convogli significa aggravare la situazione da altre parti. Questo è il tema. Lo avevamo già portato in Regione ai tavoli territoriali cancellati con la pandemia e mai più ripristinati».
I pendolari hanno accompagnati Astuti in un tour all’esterno dello scalo di via Monti, segnalando cantieri di cui non si vede la fine, problemi alla pavimentazione, pensiline da sostituire. Mentre all’interno – oltre ai bagni ancora fuori servizio e alla mancanza di un’edicola – c’è qualche preoccupazione per la calca che si può creare accedendo ai binari attraverso le nuove strettoie, realizzate per adeguarsi delle normative antincendio. E poi la mancanza di tabelloni lungo i binari con indicazioni adeguate relative ai treni in arrivo e a quelli successivi.
«Questa stazione era un fiore all’occhiello, ma ormai è decaduta e non è stata riammodernata, a differenza di quella dello Stato», lamenta Gallazzi, in attesa che l’area venga rivoluzionata col Progetto Fili (con un po’ di dubbi «su viabilità e parcheggi durante i lavori»). Ribadendo, però, che «qui transitiamo soltanto e l’obiettivo è rimanerci il meno possibile». Quindi, rimane il nodo centrale: il servizio di trasporto. E quindi ritardi, cancellazioni e vagoni congestionati. È su questo che i pendolari – anche della prima classe del Malpensa Express – si attendono un cambio di passo.
«Una questione di affidabilità»
Astuti ascolta e annuncia un’interrogazione a stretto giro agli assessori Franco Lucente (trasporti) e Claudia Terzi (infrastrutture), per chiedere quali saranno gli impegni concreti su questo fronte. «C’è un problema di affidabilità – riflette –. Il primo pensiero della giornata non può essere controllare l’app di Trenord per vedere di quanto è in ritardo il treno. Non si può arrivare a destinazione così spesso in ritardo oppure essere costretti a recarsi in stazione con mezzora di anticipo. E lo stesso vale per il ritorno a casa: vogliamo poter fissare degli appuntamenti, andare a prendere i figli e così via, senza essere ogni volta in ritardo».
Un altro aspetto sollevato dai pendolari riguarda la sicurezza. «Ricordo una serie di costosissimi progetti sperimentali – afferma il consigliere dem –. Abbiamo bisogno di azioni serie. Anni fa hanno introdotto l’annuncio con cui si invita a sedersi in testa al treno. Ma questo può andare bene finché non si trova soluzione che deve essere permanente. Le nostre proposte sono rimaste lettera morta. E non mi stupirebbe l’annuncio di un nuovo progetto sperimentale. Sono già stati fatti, ora servono soluzioni. Le stazioni, compresa questa in forte decadenza, devono diventare luoghi accoglienti e sicuri».
Astuti ricorda inoltre che «la Lombardia è un territorio di grandi movimenti. Da nessun’altra parte ci si sposta come in questa regione. È indispensabile per la nostra economia avere dei trasporti che funzionino». Si aggiunge il tema dell’«inclusione sociale»: «C'è chi potrebbe andare a intasare ulteriormente le autostrade e Milano, ma non tutti possono permetterselo. Gli investimenti in questo settore sarebbero direttamente fruttosi dal punto di vista economico, sociale e anche ambientale».