Ospedale Busto/Gallarate: la firma dell’Accordo di Programma, passaggio fondamentale sulla strada per giungere alla struttura unica sul territorio di Beata Giuliana, ci sarà. Ma in assenza di alcuni presupporti tecnici, di passaggi fondamentali per il progetto. Tratteggia il possibile scenario il centrosinistra di Gallarate (foto sotto). Che espone il suo punto di vista e prova a fare ordine sullo “stato dell’arte” partendo 1) da una delibera regionale dello scorso 24 luglio e 2) dal decreto della Direzione Generale Territorio (sempre regionale) dell’8 maggio, con cui l’Autorità competente per la Vas, Valutazione ambientale strategica, ha espresso il parere motivato Vas favorevole con condizioni.
La delibera del punto uno riporta, fra l’altro, la data fatidica del 15 ottobre, quella per la firma dell’Accordo di Programma. Ma contiene anche un riferimento al punto due, al precedente decreto dirigenziale dell’8 maggio, quello del «...parere motivato VAS favorevole con condizioni». «Forse siamo un po’ malevoli – dicono, oggi, i rappresentanti di Pd e Città è Vita – ma ci è sembrato strano che, nelle dichiarazioni alla stampa sulla firma dell’Accordo di Programma (da parte di sindaci, presidente e assessore regionali, Ndr) nessuno, per quanto ne sappiamo, parli di questo documento. È composto da una 50ina di pagine e lo abbiamo recuperato». Dall’approfondimento, gli esponenti del centrosinistra traggono una lista di questioni problematiche. Di seguito, la sintesi, affidata alle parole di Giovanni Pignataro (Pd).
1) Scenari. Manca all’appello l’analisi su due di essi: potenziamento nel sedime ospedaliero di Busto e individuazione di un’area diversa da Beata Giuliana. «Ma – incalza Pignataro – si dovrebbe procedere verso l’ospedale unico in quel punto dopo avere preso in considerazione tutte le possibilità».
2) Problema traffico. I contesti attualmente presi in considerazione sono, ancora, due. In uno, la previsione è che si continui ad andare in ospedale prevalentemente in auto e, in questo caso, occorrerebbe raddoppiare la statale del Sempione. Nel secondo, il 40 per cento delle persone che raggiungeranno o lasceranno la futura struttura userà mezzi, dalla bicicletta al bus, diversi dalla macchina di proprietà. «L’autore della relazione sostanzialmente chiede che si faccia un nuovo studio del traffico, con uno scenario più realistico, oltretutto raccogliendo dati in periodo di scuole aperte (nelle vicinanze, fra l'altro, c’è il “popoloso” Ite Tosi, Ndr».
3) Compensazioni ambientali. «Non sono considerate sufficienti, soprattutto sul fronte impermeabilizzazione del suolo. Si pone la questione di creare un varco ambientale (zona di Cascina Tangitt – zona a sud della 336) con conseguenti costi aggiuntivi. Inoltre si fa presente che il “verde” previsto nel futuro ospedale non può essere conteggiato come compensazione dell’opera, in quanto parte dell’opera “da compensare”.
4) Parcheggi. La tutela della Cascina dei Poveri porterebbe a realizzare parcheggi là dove Snam ha effettuato piantumazioni, a compensazione per l’istallazione di un metanodotto. Lo stesso metanodotto che fa da ostacolo ai parcheggi interrati nell’area del futuro ospedale.
Pignataro, il segretario cittadino Pd Davide Ferrari e i consiglieri Margherita Silvestrini (Pd), Carmelo Lauricella (Pd) e Cesare Coppe (Cèv) concludono: «La sensazione è quella di essere di nuovo presi in giro. La situazione sembra così disastrosa che si cercherà, il 15 ottobre, di dare giusto un messaggio politico. I dichiarati sette anni e mezzo dalla firma per arrivare al nuovo ospedale non possono essere rispettati. Se la Commissione Sanità di Gallarate, che non è più convocata da febbraio, non discute di questi temi, di che cosa deve discutere? Bisogna fare un discorso serio sulle alternative a un nuovo ospedale a Beata Giuliana, bisogna uscire da scenari fantasmagorici e ragionare su prospettive realistiche per la sanità».