Obbligare il medico che effettua la visita prima dell’interruzione di gravidanza a mostrare alla donna il feto e a farle sentire il battito cardiaco. Con questo intento lo scorso maggio è stata depositata alla Corte suprema di Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare.
L’iniziativa è promossa da 14 associazioni pro life, a partire da Ora et Labora, presieduta da Giorgio Celsi, che questa sera era a Busto Arsizio per presentare la sottoscrizione insieme al consigliere comunale del gruppo misto Emanuele Fiore, al predecessore di quest’ultimo Giuseppe Ferrario e ad alcuni sostenitori.
Oltre all’ufficio elettorale del municipio, domenica 24 settembre sarà attivata una raccolta firme che si prolungherà per tutta la giornata nella centralissima via Milano.
Per Celsi, infermiere, l’obiettivo finale è l’abrogazione della legge 194 che, afferma, «dal 1978 a oggi ha ucciso più di 6 milioni di bambini solo in Italia».
Mentre questa proposta di legge, che mira a “integrarla”, è a suo dire «il minimo sindacale»: «Chiediamo che la donna, che chiamerei mamma, perché lo si è dal concepimento, possa vedere il bambino e sentirne il battito. Ciò deve rientrare a tutti gli effetti nel consenso informato, così la madre prende consapevolezza di quello che va a fare».
In questo modo, sostiene, il numero degli aborti verrebbe ridotto drasticamente, «come avvenuto in Ungheria e in alcuni stati americani. La maggior parte delle mamme che sente il battito non abortisce».
Un impegno, sostiene, «in linea con dottrina cattolica e dottrina sociale della Chiesa».
Una ventina i movimenti e le associazioni che aderiscono all’iniziativa, oltre alle realtà promotrici. Tra questi anche i Centri aiuto alla vita di alcune città. Alla conferenza stampa è stata invitata anche Natalia Marrese, presidente del Cav di Busto: «Per esperienza – è intervenuta – posso affermare che molte volte è l’incontro, il non sentirsi sole in questo cammino che può fare la differenza. Il problema maggiore è spesso quello economico».
D’accordo l’ex consigliere Ferrario: «Uno dei punti dolenti dell’interruzione di gravidanza è la solitudine sempre più accentuata che vivono le donne. Il lavoro del Cav è preventivo; questa proposta di legge è l’ultima spiaggia per evitare alla donna di portarsi dietro un dramma per tutta la vita».
«Come consigliere comunale do sostegno all’iniziativa – spiega Fiore, che ha preso il posto di Ferrario in assise – e spero che questo progetto possa rappresentare l’inizio di una serie di iniziative future che vedranno me e Giuseppe coinvolti. In particolare, sul tema c’è molta disinformazione. È importante partire dalle scuole, per non lasciare nulla di intentato».